L’annuncio di Meta ha fatto preoccupare tutti gli utenti, l’azienda ha rivelato un furto dati da parte di ben otto aziende.
Oggi si parla con grande attenzione dei dati personali, dell’importanza di tutelare la privacy e di tutte quelle che sono le vicende legate, negli anni, al furto di foto, dati e informazioni direttamente connesse alle persone. Ovviamente i social sono le piattaforme più a rischio perché si condividono tanti dati ed elementi ma non sono gli unici problemi che possono riscontrarsi nell’uso del web.
A dare l’allarme questa volta è proprio Meta quindi Facebook e associate. Cosa che fa riflettere su quanto l’esposizione della privacy sia non solo più importante che mai ma ancora ampiamente sottovalutata da parte degli utenti. Che finiscono in situazioni di pericolo senza nemmeno rendersene conto.
Meta lancia l’allarme sul furto dati da parte di 8 aziende
Nel suo consueto Adversarial Threat Report, il documento che viene periodicamente redatto da Meta, sono risultate otto aziende che trattano in modo improprio i dati degli utenti e addirittura – secondo quanto affermato dall’azienda stessa – rubano i dati personali. Tutto è partito dalla volontà di meta di procedere ad un’intensa attività per contrastare le procedure illecite delle aziende. Nel caso specifico nel mirino sono finite: Italia, Spagna ed Emirati Arabi Uniti. Secondo quanto si legge nel documento le otto aziende in questione utilizzano degli spyware e quindi sfruttando dispositivi di ogni tipo. Da iOS ad Android a Windows accedono direttamente a quanto riguarda la persona.
Le aziende segnalate sono: Cy4Gate/ELT Group, RCS Labs, IPS Intelligence, Variston IT, TrueL IT, Protect Electronic Systems, Negg Group e Mollitiam Industries. L’uso degli spyware serve a raccogliere le informazioni contenute nei dispositivi quindi le immagini, i contatti, le email, gli SMS e anche app di messaggi (vedi Whatsapp) e quindi tutto quanto viene condiviso al loro interno. Il tutto poi senza dimenticare anche l’azione su fotocamera e microfono che possono essere abilitati da remoto senza che l’utente se ne renda conto.
Le aziende hanno svolto attività di scraping (prelievo di dati da siti web e piattaforme), social engineering, phishing su Facebook, Instagram, X, YouTube, Skype, Linkedin, Google. Insomma hanno intaccato qualunque tipo di dato e questo è un profilo seriamente allarmante per gli utenti. Non sorprende quindi che tutte le aziende come Meta, ma anche Whatsapp, nel tempo stiano lavorando sempre più duramente per poter procedere progressivamente ad alzare barriere anche per evitare questo tipo di problemi che, pur derivando da terzi, le riguardano in quanto canali ampiamente utilizzati da tutti.