All’uscita della sua autobiografia il tennista vuotò il sacco: la voce era già circolata sui giornali. Una confessione alquanto inaspettata.
Durò tutto poco più di dieci minuti, alla fine Andre Agassi si è sentito sollevato: “Mi sono guardato allo specchio e mia moglie si è messa a ridere. Erano come una catena e una palla al piede”. Il retroscena svelato dalla leggenda del tennis aveva fatto rimanere di stucco i più, non proprio tutti però perché a qualcuno il dubbio era venuto. Da lì in poi la sua vita prese una piega diversa, fu un momento cruciale per il campione di Las Vegas.
La sua autobiografia Open è tra i bestseller più amati degli ultimi quindici anni, uscita nel 2009 in Italia è arrivata sugli scaffali delle librerie soltanto due anni dopo. Fu un successo istantaneo e clamoroso, soprattutto perché Agassi si è messo a nudo tra le pagine, distruggendo di fatto l’aura del mito che gli atleti del suo calibro si portano appresso. Durante la finale dei French Open del 1990 le prime avvisaglie di una metamorfosi inevitabile.
Andre Agassi e il ciuffo ribelle: “Ho indossato un parrucchino dai 20 anni in poi”
A farlo riflettere sotto la doccia, la sera prima della finale dei French Open del 1990 fu la ciocca di capelli che gli rimase tra le mani mentre si stava insaponando. All’inizio Andre Agassi pensò di aver usato un prodotto non adatto alla sua chioma: “Probabilmente ho fatto un lavaggio sbagliato”. Da diverso tempo in realtà indossava un toupet, fissato con 20 fermagli, che però si stava dissolvendo. Lo ha rivelato anche nella celebre autobiografia intitolata Open, uscita per la prima volta nel 2009 – in Italia nel 2011 per Einaudi.
“Ogni giorno trovo una parte ulteriore della mia identità sul cuscino, nel lavandino, nello scarico. Mi chiedo: vuoi indossare un toupet? Sul campo da tennis? Rispondo: cos’altro mi rimane da fare?”, è con queste riflessioni che decise di ricorrere allo strumento per nascondere la calvizie galoppante. Poi il terrore di perdere la parrucca sulla terra rossa del Roland-Garros, durante uno dei match più importanti della sua carriera, gli diede la spinta definitiva.
La scelta di rasarsi a zero risale a qualche anno dopo, al 1994, quando insieme alla prima moglie Brooke Shields opta per la soluzione più drastica: “Rasati a zero, punto e basta”, gli disse lei. Fu una specie di rinascita per il tennista: “Davanti a me c’era una persona estranea. Il mio toupet era come una catena e i miei ridicoli capelli lunghi – tinti di tre colori diversi – come una palla al piede”.