In cosa consiste, nello specifico, la dieta a zona: stando a quanto viene riportato, basterebbero solo 20 giorni per accorgersi già dei risultati.
Negli ultimi anni, con il termine dieta non si intende più esclusivamente un metodo per dimagrire, ma anche un equilibrio per vivere in modo sano. Le diete diventano così delle nostre alleate tanto nell’alimentazione, quando nella salute generale. Molto o quasi tutto parte da lì, da ciò che mangiamo e come lo mangiamo, il cibo ci offre tutto di quello di cui il corpo ha bisogno e ogni persona ha un determinato equilibrio da rispettare. Se tutti rispettassimo una adeguata alimentazione saremmo più in forma ed in salute.
Ci viene quindi incontro la famosa dieta a Zona, che da anni ha rivoluzionato la vita di milioni di persone e vip della tv e dello spettacolo. E’ stata ideata nel 1995 da un biochimico statunitense, Barry Sears. Il termine “Zona” fa riferimento a un particolare stato metabolico nel quale l’organismo lavora nel modo più efficiente possibile, si riduce il grasso in eccesso, si annullano gli attacchi di fame, si garantisce la piena efficienza fisica e mentale, una perfetta capacità di concentrazione e di attenzione. Descritta così sembra davvero perfetta per tutti e molto efficiente.
Come ogni dieta rinomata anche questa ha dei principi cardine su cui si basa e che tracciano un po’ le regole da seguire se si vogliono ottenere i giusti risultati. Principi come controllo della produzione di ormone insulina, anabolico e ingrassante. Controllo dell’ormone glucagone, catabolico e responsabile della diminuzione delle riserve di zuccheri e grassi. Controllo degli eicosanoidi (prostaglandine, prostacicline, trombossani, leucotrieni ecc.), prodotti in due forme: buoni, che inibiscono l’aggregazione piastrinica, favoriscono la vasodilatazione, stimolano la risposta immunitaria, e combattono le infiammazioni. E i cattivi, con azioni opposte alle precedenti.
Anche questa dieta ha le sue regole che vanno rispettate con una certa precisione. Per quanto riguarda le calorie ad esempio: 40% carboidrati. Sono favorite tutte le verdure, tranne carote, patate, piselli, tutti i frutti, tranne banane, fichi, uva passa. Pesce, carni bianche, coniglio, struzzo, bresaola, albume d’uovo, formaggi magri, ricotta, latticini con pochi grassi, prosciutto magro, speck. Sono da evitare gli amidi e i cereali.
Il resto del cibo permesso è suddiviso in 30% proteine. Salsiccia, frattaglie, tuorlo d’uovo, carne rossa, formaggi grassi, yogurt o latte interi. 30% grassi, preferibilmente olio di oliva extravergine, mandorle, noci, nocciole e pinoli, olive, avocado, pesci, carne rossa, tuorlo d’uova, frattaglie e tutti i grassi saturi come il latte intero e il burro. Ci sono due metodi per la quantità da somministrare: in primis quello del palmo della mano, il quale prevede che per ogni pasto dovremmo consumare proteine quante – appunto – ne stanno sul palmo di una mano.
Oppure c’è il metodo, più preciso, del sistema a blocchetti. Ogni macronutriente energetico rappresenta 1/3 di blocco, i blocchi corrispondono alla ripartizione energetica di 40:30:30 e devono sempre essere assunti in proporzioni di 1:1:1. In sintesi, ogni “blocco” corrisponde ad un mini-blocco (o blocchetto) pari a 9 grammi di carboidrati, uno di 7 grammi di proteine e uno di 3 grammi di grassi. Ogni blocco apporta circa 90 calorie. Il minimo giornaliero di blocchi è di 11. Una dieta complessa ma davvero molto efficace.
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