Le neuroscienze non cessano di indagare i metodi migliori per affrontare e vincere le nostre paure. Ecco cos’hanno scoperto i ricercatori.
Parafrasando Bernanos, potremmo dire che il coraggio è una paura dominata e superata, non la semplice assenza di paura. In altre parole, non possiamo fare a meno di fare i conti con la paura, che ha anche una sua utilità ai fini della nostra sopravvivenza. Infatti ci permette di evitare e di rispondere a situazioni pericolose.
Ma quando la paura prende il sopravvento e si muta in ansia costante le cose cambiano. E di molto. In tal caso la paura si trasforma in fobia prendendo le sembianze di una sensazione totalmente invalidante.
Paura e ansia croniche possono essere nocive per la nostra salute psicofisica andando a condizionare tutta la nostra vita, causando problemi che colpiscono dallo stomaco fino al sonno. Una nuova ricerca suggerisce che le moderne tecnologie potrebbero aiutare le persone a lasciarsi alle spalle questo genere di fobie.
Come la tecnologia potrebbe aiutarci a vincere le paure
«La realtà virtuale può cambiare il modo di pensare e di sentire delle persone attraverso nuove esperienze», ha rivelato a Newsweek Masahiko Haruno, neuroscienziato sociale computazionale presso il Centro giapponese per l’informazione e le reti neurali e professore all’Università di Osaka in Giappone. «La ricerca ha dimostrato che le esperienze VR possono ridurre l’acrofobia [paura dell’altezza], i pregiudizi razziali e le barriere mentali nella risoluzione dei problemi matematici».
In una ricerca recente Haruno e il suo gruppo di ricerca hanno cercato di capire come la realtà virtuale potrebbe aiutare le persone terrorizzate dalle altezze simulando un’esperienza di volo virtuale. Nell’esperimento, i partecipanti controllavano un video in cui volavano sopra una città. «Il vantaggio della realtà virtuale è quello di consentire alle persone di avere un senso di controllo e quindi di prevedere risultati futuri per evitare la paura attraverso le loro azioni», ha spiegato Haruno.
Dopo questa attività, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di camminare su una tavola nella realtà virtuale. Gli studiosi hanno scoperto è che i partecipanti che in precedenza erano stati capaci di controllare la propria esperienza di volo mostravano una risposta alla paura significativamente inferiore rispetto a quelli che avevano guardato lo stesso video di volo ma senza alcun controllo sull’esperienza.
Realtà virtuale? Se è coinvolto anche il corpo la funziona meglio
Sembra poi che i risultati migliori grazie all’esposizione virtuale a stimoli paurosi si producano nel momento in cui a essere coinvolto è anche il movimento del corpo. L’ipotesi avanzata da Ai Koizumi, ricercatore di neuroscienze e psicologia presso i Sony Computer Science Labs, è che «le esperienze virtuali, quando imitano più da vicino scenari e contesti naturalistici della vita reale, potrebbero avere maggiori probabilità di generalizzarsi alle risposte della vita reale».
A dimostrarlo ci sarebbe uno studio condotto dallo stesso Koizumi e dal suo team, che hanno addestrato i partecipanti al combattimento contro uno sconosciuto aggressivo in uno spazio virtuale 3D. A 24 ore di distanza dall’esercizio i partecipanti avevano ancora meno paura di quelli che si erano semplicemente limitati a guardare il video di formazione, senza eseguire alcun movimento del corpo.