Automonitoraggio dei nei della pelle: perché è importante effettuarlo con regolarità e come interpretare i segnali. Scopriamolo insieme.
Con il termine neo (o nevo) si intende una piccola lesione benigna della pelle che si presenta come macula, ovvero come una piccola macchia. I nei o nevi della pelle derivano dallo sviluppo delle cellule epidermiche dei melanociti: quando un gruppo di queste cellule si accumula in una parte del nostro corpo, ecco che l’accumulo si presenta come un neo.
Nei casi peggiori, i melanociti possono trasformarsi in cellule tumorali e diventare un melanoma, una grave forma di tumore della pelle. Tuttavia, se diagnosticato tempestivamente, il melanoma insorto può essere trattato e curato. Statisticamente parlando, però, è piuttosto improbabile che un nevo diventi maligno: la possibilità che ciò accada, infatti, è stata calcolata tra un massimo di una su 3.000 ed un minimo di una su circa 10.000.
Ma come possiamo comprendere se la nostra cute è predisposta a questo tipo di sviluppi cellulari? Ebbene, dobbiamo dire che secondo la scienza dermatologica non esiste una regola generale e certa. Tuttavia le persone che presentano un elevato numero di nevi benigni ed una carnagione particolarmente chiara risultano tendenzialmente quelle più esposte. Così come gli individui che si espongono al sole abitudinariamente e per periodi prolungati, specie se senza badare troppo ad adottare le giuste precauzioni e protezioni. Per questo è importante comprendere come badare alla comparsa di nuovi nevi ed in che modo individuare i segnali di possibile allarme con tempestività.
Tenere sotto controllo i nei tramite l’automonitoraggio ed il metodo ABCDE
Per effettuare un automonitoraggio costante della propria pelle possiamo applicare un “algoritmo clinico” che prende il nome di “Metodo ABCDE”. Le cinque pratiche da effettuare sono indicate dall’acronimo, che rappresenta le parole chiave da tenere bene a mente quando osserviamo i nostri nevi. Il loro significato è: asimmetria; bordi; colore; dimensione; ed evoluzione.
Partiamo dall’asimettria: ebbene, un nevo maligno tende ad essere asimmetrico. Dunque per comprendere se un nevo presente sulla nostra pelle è asimmetrico, immaginiamo di sezionarlo a metà: se le due parti si mostrano del tutto diverse tra loro, ecco che potremmo essere in presenza di un segnale di allarme. Passiamo quindi ai bordi: solitamente un nevo maligno ha bordi frastagliati con sfumature pronunciate; per cui, in assenza di bordi regolari, meglio chiedere un parere aggiuntivo ad un esperto del settore.
In termini di colore, un nevo benigno è solitamente di colore marrone oppure rosa mentre uno maligno tende al nero, al blu oppure al rosso particolarmente acceso. In quanto alla dimensione, invece, teniamo a mente che generalmente le macule non superano i 6 mm di diametro. Se però eccedono queste dimensioni, potrebbe trattarsi di un segnale di allarme. Infine, consideriamo anche la sua evoluzione: se, dopo la sua comparsa, non cambia nel tempo, allora possiamo non preoccuparci. Se invece notiamo mutamenti continui, che interessano uno o più dei quattro fattori sopra citati, allora meglio sottoporlo quanto prima all’attenzione del nostro medico o dermatologo di fiducia.