Vi daremo buoni motivi per porre immediatamente fine all’abitudine di scrocchiare il collo. I rischi sono tanti e gravi, è il momento di smettere.
Tante persone hanno il vizio di scrocchiare il collo pensando di trarne beneficio. Scopriamo qual è la verità.
Scrocchiare la articolazioni è un’abitudine generale. Le nocche delle dita, la schiena, il collo, si avverte una sensazione di piacere legata al “crack”. Si pensa di percepire, così, meno dolore o tensione ma occorre riflettere sulla causa del suono che sentiamo.
Durante la manipolazione della colonna vertebrale cervicale la capsula intorno all’articolazione si allunga. La capsula ha all’interno del fluido che durante la fase di stiramento esercita una minore pressione sull’articolazione facendo diventare i fluidi gas. Da qui il rumore avvertito, proprio come quello di uno scoppio. La cavitazione in linea generale non provoca danni ma occorre puntualizzare alcuni dettagli quando si parla di scrocchiare il collo.
Sarebbe meglio non scrocchiare mai il collo: ecco perché
Nel collo ci sono articolazioni chiamate faccettarie su ogni lato. Proprio qui avviene lo scoppio, nella parte posteriore delle vertebre. Il fluido diventa gas, le articolazioni si aprono e si ha la sensazione di una minore pressione sul collo stesso. La procedura è corretta?
Diciamo che scrocchiare piano piano il collo può non provocare danni. Il problema insorge quando il movimento viene compiuto in modo sbagliato, troppo frequentemente o in modo brusco. La manipolazione deve essere controllata ed eseguita correttamente per liberare la colonna cervicale e avvertire meno fastidio. Ruotare il collo troppo velocemente e in modo intenso può stirare i muscoli e le strutture delle articolazioni peggiorando la situazione invece che migliorarla.
I nervi del collo possono comprimersi causando un intenso dolore e provocando un irrigidimento o blocco del collo. Se si supera il livello fisiologico normale con una rotazione, poi, le arterie vertebrali potrebbero stirarsi con conseguente dissezione dell’arteria vertebrale e il rischio di insorgenza di un ictus. Alcuni scienziati sostengono questa teoria, altri la confutano (Tuchin) perché lo studio non specifica il tempo trascorso tra la manipolazione errata e l’ictus.
I rischi citati valgono sia per gli anziani che per i giovani. Quest’ultimi, anche, hanno i muscoli che si lasciano allungare ancora di più aumentando il rischio di stirare eccessivamente le arterie vertebrali. E non dimentichiamo la possibilità che troppi scrocchi frequenti possano allungare i legamenti delle articolazioni per sempre con conseguente contrattura dei muscoli e artrosi cervicale.
La manipolazione deve essere corretta e non frequente, dunque, anche per evitare una sorta di dipendenza.