Numeri preoccupanti per la questione mutui, è difficile trovare oggi qualcosa che convenga veramente la pena sottoscrivere.
La condizione generale si è fatta sempre più difficile, sia per coloro che hanno acceso un mutuo in passato con tasso variabile e sia per chi invece ha scelto di procedere con un finanziamento per acquistare casa in questi mesi.
I tassi sono alle stelle e, sebbene si parli di una possibile decrescita per i prossimi mesi, ora, oggettivamente, questo vantaggio economico non c’è. E anche molte agevolazioni finanziarie sono decadute. E quindi ciò rende tutto molto difficile per le famiglie italiane.
Mutui, quale conviene veramente sottoscrivere oggi
Oggi verrebbe da pensare che l’unica opzione plausibile, in termini economici ma anche di prospettiva, sia quella di un mutuo a tasso fisso. È pur vero però che i tassi in questo caso sono aumentati. Quindi la questione non riguarda direttamente solo quelli di tipo variabile ma anche i fissi che comunque ne hanno risentito.
Secondo le stime ufficiali negli ultimi mesi si è avuta una modifica della rata con una maggiorazione del 50%: è chiaro che si parla di cifre “folli” rispetto al periodo precedente. Eppure, nonostante tutto, ciò a cui molti non hanno prestato attenzione è quanto il finanziamento per l’immobile con tasso variabile sia stato conveniente nel decennio precedente.
Chiaramente quando c’è una problematica ci si focalizza sul momento, quindi sugli aumenti generalizzati. Tuttavia, sottoscrivere un mutuo con tasso variabile offre la consapevolezza da contratto di un pagamento che può oscillare, tanto quindi aumentare tanto diminuire. Quando si procedere per un mutuo ventennale o trentennale, alla fine c’è sempre un buon margine perché ci saranno fluttuazioni tali da permettere comunque un risparmio. Diverso è il caso di chi invece si interfaccia ad una tempistica breve dove variazioni di diversi anni possono avere un impatto molto gravoso.
Sicuramente il tasso variabile è più rischioso di quello fisso, ma lo si sapeva anche prima. Guardando però agli importi pagati per un mutuo da 200 mila euro su 20 anni, da luglio 2013, in realtà hanno speso di più comunque coloro che avevano scelto il fisso. Siamo sui 128 mila euro contro i 110 mila euro, quindi una differenza di 18 mila euro che non sono pochi.
Quindi è vero che c’è stato il problema ma a risentire di queste modifiche è stato soprattutto chi aveva sottoscritto il mutuo da poco, negli ultimi anni. Non chi, invece, ha risparmiato molto prima e ha dovuto affrontare l’oscillazione. Perché, nonostante tutto, ha speso meno di chi invece ha scelto il tasso fisso ed era convinto di essere in una botte di ferro.