Gli aumenti generalizzati, anche nel campo alimentare, sembrano concentrarsi soprattutto su alcuni prodotti specifici.
Gli italiani devono fronteggiare inflazione, costi in rialzo, bollette in aumento ed è quindi essenziale capire soprattutto quali sono le voci di spesa che gravano di più complessivamente sulla vita di ognuno e anche dove poter risparmiare, tagliando i costi inutili o superflui.
Facendo un’analisi generale sicuramente ci sono alcuni prodotti che, più di altri, sono aumentati in maniera importante. Questo si traduce chiaramente nella possibilità per tutti di trovare delle alternative, che siano marchi differenti o comunque che si tratti di altre tipologie per fronteggiare la necessità di fare la spesa senza spendere un capitale.
Il picco dell’inflazione è stato registrato tra il 2021 e il 2023 ma purtroppo, non è detto che sia arrivato al punto massimo, potrebbe ancora degenerare. In questo periodo le famiglie hanno subito un innalzamento dei costi generale del 14.2%, come rivelato dalla Cgia di Mestre che ha preso in esame i dati, soprattutto in termini di spesa annuale delle famiglie. I rincari più significativi, guardando gli aspetti generali della vita, sono da attribuirsi a gas, luce, alimenti, biglietti aerei.
Le famiglie in questo modo stanno perdendo sempre più potere di acquisto, le piccole attività vengono penalizzate ed è un circolo vizioso che porterà ulteriori problemi sul breve periodo. Nel 2024 l’inflazione dovrebbe, come riportato dalle stime, rallentare. Questo non vuol dire però che si fermerà del tutto e quindi ci saranno ancora aumenti.
Complessivamente però alcuni prodotti, più di altri, soprattutto in termini di generi alimentari hanno subito questa variazione nei prezzi. Si va dallo zucchero che è aumentato di oltre il 60% al riso, l’olio di oliva, il latte conservato e il burro. L’impennata qui è preoccupante e si tratta di generi alimentari di prima necessità quindi non accessori rispetto al fabbisogno giornaliero.
Guardando nel complesso infatti sono aumentati tutti i freschi, la frutta, la verdura, poi i formaggi e i latticini, il pollo, la carne, la pasticceria, il pesce, i salumi. Uno dei rincari che ha stravolto tutti con oltre il 40% in più è l’olio, una questione aperta per l’Italia e non solo, tanto che si è parlato di vera e propria crisi. Il tutto poi va chiaramente ad unirsi alle bollette, che hanno avuto picchi di oltre il 90%, benzina, tassi sui mutui, a fronte di stipendi che restano uguali e di una situazione che non è variata tanto, con un riconoscimento dell’inflazione su bonus, pensioni e stipendi che comunque non è sufficiente per poter eliminare o ridurre significativamente il problema. Entro l’estate il quadro dovrebbe rientrare in una condizione più gestibile, partendo proprio dai beni alimentari di cui è impossibile fare a meno.
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