Sei stanco dei titoli in euro e vorresti investire in obbligazioni in sterline? Questo bond paga il 6,60% i primi 2 anni e la cedola arriva ogni 3 mesi

È un inizio d’anno col botto, questo gennaio 2024, per le emissioni di corporate bond, cioè le obbligazioni non governative. Complice il recupero dei tassi di mercato, oggi notevolmente più bassi rispetto al recente passato, chi ha bisogno di risorse in prestito ne approfitta del tempo di bonaccia. Cosa potrebbe succedere, per esempio, nel prosieguo dell’anno e in quelli a venire?

Tutto è da decifrare, per cui adesso si colgono le opportunità del mercato e si emettono titoli obbligazionari. A variare sono principalmente le cedole, le durate, le strutture dei rendimenti, i lotti minimi e la valuta di riferimento. Al riguardo, se sei stanco dei titoli in euro e vorresti investire in obbligazioni in sterline da giorni c’è un nuovo strumento disponibile.

L’obbligazione a 8 anni in sterline di Banca Intesa Sanpaolo

Con data inizio negoziazione 12 gennaio, il nuovo bond targato Banca Intesa Sanpaolo consente di investire sul reddito fisso e in valuta estera, la sterlina inglese per l’esattezza. Il titolo ha codice ISIN XS2745706445 e da giorni è già tradabile sul MOT e sull’EuroTLX di Borsa Italiana. Ad esempio al momento di stesura dell’articolo prezza 0,9975 sterline, una spanna sotto la pari, a beneficio del rendimento a scadenza.   

L’obbligazione ha una durata a 8 anni, con data scadenza 12 gennaio 2032, e la struttura dei tassi è del tipo step-down, cioè fissi e decrescenti. Ad ogni biennio, infatti, la cedola scende dell’1%. Nel dettaglio vale quanto segue:

La ritenuta fiscale è del 26%, mentre la periodicità della cedola è trimestrale. Pertanto il 6,60% lordo del 1° anno sarà pagato in 4 date (12 aprile, 12 luglio, 12 ottobre, 12 gennaio 2025), in ognuna delle quali arriverà l’1,65% del valore nominale sottoscritto. Ovviamente l’accredito sarà al netto della ritenuta fiscale. Allo stesso modo si procederà negli anni a seguire e in base al tasso di riferiemento. Il taglio minimo di sottoscrizione, infine, è di 1.000 sterline.

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In pratica l’intero ciclo dell’investimento sarà gestito nella divisa britannica, dall’acquisto fino alla sua liquidazione, finale o anticipata che sia. La circostanza è tutt’altro che irrilevante, perché nella sostanza può fare il bello o il cattivo tempo dell’intera operazione. Il ritorno finale, infatti, dipenderà tanto anche dalle dinamiche del cambio euro/sterlina. 

In pratica, se tra il giorno di carico del titolo e quello della sua rivendita la sterlina si dovesse apprezzare sull’euro, il titolare conseguirebbe un extra guadagno oltre la cedola netta. In caso contrario bisognerà preventivare una perdita da cambi, che dipenderà dal valore futuro della valuta di Sua Maestà contro la moneta comune. In parole semplici, l’esito complessivo dell’operazione dipenderà anche dal trend del cross valutario €/£.

In definitiva, investire in valuta estera presuppone conoscenza del meccanismo di funzionamento dello strumento considerato e una certa propensione al rischio. Oltre alle cedole (e/o al rendimento) già note in partenza, l’operazione può riservare extra gioie o possibili dolori in base alle dinamiche future della valuta di denominazione del titolo. 

Le informazioni, i calcoli di probabilità e le previsioni presenti negli articoli hanno carattere esclusivamente informativo e non rappresentanùo in alcuno modo un’indicazione operativa.

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