Il tuo coniuge è deceduto e non sai come comportarti con la pensione? Ecco tutto quello che devi sapere e che cosa ti spetta.
La morte di una persona cara è uno dei più grandi dolori che si possano provare nella vita. Poi se questa persona, magari, è colui – o colei – che ci è rimasto accanto per tutta la vita, a cui abbiamo giurato amore eterno su un altare o con cui abbiamo deciso di condividere la nostra quotidianità, la sofferenza è lancinante. Il mondo va avanti lo stesso, purtroppo, e quindi bisogna anche preoccuparsi di sbrigare pratiche burocratiche ed economiche, per quanto sia difficile riuscire a distrarsi.
Se abbiamo qualcuno che ci può aiutare in questi momenti bui è fondamentale. Ma non è sbagliato volersi rimettere in carreggiata e magari distrarsi un po’ concentrandosi su problemi più concreti della vita, più pratici, che ci fanno pensare ad altro per qualche tempo, anche se per poco. Se, ad esempio, il coniuge deceduto prendeva una pensione, che cosa succede a chi è rimasto? La pensione raddoppia? Ecco tutto quello che devi sapere.
Cosa devi sapere sulla pensione di chi non c’è più: il coniuge rimasto in vita la prende doppia?
Nessuno vorrebbe pensare a certe cose in un momento così difficile come quello che segue la morte di una persona cara, e i soldi possono essere davvero l’ultima cosa di cui ci si vorrebbe preoccupare. Ma purtroppo, a volte, anche le questioni pratiche sono necessarie e devono essere sbrigate, nonostante il dolore. Ecco perché è importante sapere che cosa accade alla pensione di chi è sopravvissuto ad un coniuge. L’altra si raddoppia automaticamente? Ecco cosa dice la legge a riguardo.
Esiste qualcosa chiamato pensione di reversibilità che consente al coniuge rimasto in vita di percepire una percentuale della pensione del defunto, in base a diversi parametri che ne stabiliscono l’effettivo ammontare. Se il deceduto, invece, non aveva percepito ancora la pensione ma aveva accumulato una certa somma di assicurazione, il coniuge in vita può beneficiare della cosiddetta pensione indiretta. Anche in quel caso si tratta naturalmente di una percentuale e non dell’intera somma.
Anche i figli minorenni e i figli in età universitaria che non lavorano – e non oltre i 26 anni – beneficiano della pensione di reversibilità in caso di padre o madre deceduta prematuramente.