Come va in pensione il lavoratore che ha iniziato a maturare i contributi dopo il 1° gennaio 1996? Scopriamo gli scivoli attualmente attivi.
Aver versato i contributi a partire dal 1996 significa rientrare nel calcolo contributivo puro, svantaggioso per i lavoratori.
I quarantenni di oggi guardano con terrore al pensionamento di domani. Sanno che il sistema di calcolo contributivo sarà svantaggioso e porterà ad avere un assegno pensionistico parecchio inferiore rispetto allo stipendio. Una differenza che si farà sentire soprattutto sul trattamento di chi ha versato meno anni di contributi e va in pensione non aspettando i 67 anni.
Nel calcolo contributivo, infatti, gli elementi chiave sono i contributi e l’età del pensionamento legata al coefficiente di trasformazione. Dovranno accettare tale sistema tutti coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. Parliamo dei nati negli anni ’80 principalmente, esclusi dal sistema di calcolo misto (contributi versati prima e dopo il 31 dicembre 1995) e retributivo (contributi versati entro il 31 dicembre 1995). Ma come e quando i contributivi puri potranno andare in pensione?
Il pensionamento per chi rientra nel calcolo contributivo puro
Lo scivolo possibile per tutti i lavoratori è la pensione di vecchiaia. Permette il pensionamento al compimento dei 67 anni avendo maturato minimo 20 anni di contribuzione. I contributivi puri hanno un’altra condizione da rispettare. L’assegno pensionistico dovrà essere maggiore di 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. Essendo fissato nel 2023 a 503,27 euro significa che per lasciare il lavoro sarà necessario aver maturato una pensione di minimo 754,90 euro (9.813,76 euro all’anno).
Chi non soddisfa le condizioni citate potrà andare in pensione a 71 anni con soli cinque anni di contribuzione e senza limiti di importo per l’assegno. Un’alternativa per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 è la pensione anticipata ordinaria. Si va in pensione con 42 anni e dieci mesi di contributi se si è uomini e un anno prima se si è donne. Nessun requisito anagrafico e nessuna condizione aggiuntiva per chi rientra nel calcolo contributivo puro.
Un altro scivolo si raggiunge a 64 anni con la pensione anticipata contributiva. Condizione necessaria aver maturato un assegno di importo superiore a 2,8 l’importo mensile dell’assegno sociale ossia 1.409,15 euro al mese di pensione. Occorrerà aver avuto una lunga carriera lavorativa e aver ricevuto uno stipendio alto per poter tagliare questo traguardo.
In conclusione ricordiamo che i requisiti indicati oggi potrebbero essere modificati dato che tengono conto dell’aspettativa di vita. Significa che tra pochi anni (o anche prima) 67 anni di età potrebbero non bastare per la pensione di vecchiaia così come 71 anni potrebbero aumentare di qualche mese.