Qualora si cambi residenza, bisogna rispettare una serie di obblighi e alcuni riguardano il datore di lavoro: ecco perché dovrà essere informato.
Quando si prende la decisione di trasferirsi e, di fatto, cambiare residenza, occorre ricordarsi che esiste una serie di obblighi da rispettare in merito alla comunicazione del nuovo indirizzo. E questi comprendono anche il proprio datore di lavoro, che dovrà essere informato in merito al nuovo indirizzo di residenza.
Cerchiamo di capire per quale motivo è essenziale comunicarglielo e quali sono le conseguenze qualora non venga aggiornato sul cambio di abitazione e, dunque, di residenza. Facciamo un passo indietro ricordando che, già al momento dell’assunzione, l’indirizzo presso il quale si risiede deve essere trasmesso al datore di lavoro.
Cambio di residenza, perché il lavoratore deve comunicarlo al datore di lavoro e cosa si rischia altrimenti?
Le ragioni sono molteplici e riguardano anche lo stipendio che, successivamente verrà corrisposto al lavoratore. Infatti il calcolo delle addizionali comunali e regionali corrisposte sulla busta paga viene effettuato proprio tenendo conto della residenza. Ma c’è anche una serie di altri obblighi di legge e contrattuali legati a questa informazione obbligatoria: ad esempio conoscere l’indirizzo di residenza è essenziale per le comunicazioni che il datore di lavoro dovrà inviare al lavoratore nel caso in cui non vengano consegnate a mano.
Si tratta di una serie di documenti che il datore di lavoro preferisce spesso spedire a mezzo postale tramite raccomandata, come ad esempio le lettere di licenziamento oppure le contestazioni disciplinari. Ecco perché è importante che egli conosca l’indirizzo di residenza aggiornato: potrà in tal modo assolvere a quelli che sono considerati veri e propri obblighi contrattuali.
Ne deriva che, nel caso in cui il dipendente vada a cambiare residenza, debba comunicarlo contestualmente al datore di lavoro. Peraltro questo obbligo è molto spesso chiaramente indicato nel contratto collettivo applicato nell’azienda presso la quale si lavora, nonché nel contratto individuale. E tale obbligo sussiste anche qualora la variazione di residenza avvenga durante i congedi. Non rispettare questo obbligo avrà delle conseguenze: infatti, le comunicazioni inviate al precedente indirizzo, qualora la comunicazione del cambio sia indicata nel contratto collettivo, avranno ugualmente valore ma non riceverle potrebbe creare enormi problemi al lavoratore.
Di fatto si tratta dunque di una sorta di sanzione perché, ad esempio in caso di comunicazione di licenziamento, esso avrà effetto ugualmente anche qualora il lavoratore non ne sia informato per non aver ricevuto la missiva. Oppure in caso di contestazione disciplinare, il dipendente non avrà modo di esercitare il diritto di difesa in quanto si hanno cinque giorni di tempo dalla ricezione della contestazione per poterlo fare.