Arriva il blocco ai pensionamenti: la misura drastica del Governo di Giorgia Meloni lascia tutti a bocca aperta.
Non è un bel momento per chi sperava di andare in pensione con qualche anno di anticipo. Il Governo di Giorgia Meloni, vista la situazione delle casse dell’Inps, deve introdurre misure che funzionino da disincentivo alla corsa alle uscite anticipate. Dunque niente Quota 41 per tutti nel 2024 e forse mai. Ma, soprattutto, pesanti penalizzazioni a chi cercherà di aggirare la legge Fornero.
Le misure di prepensionamento non sono state cancellate ma le penalizzazioni saranno tante e tali che si può parlare di veri e propri blocchi. Cittadini e sindacati speravano in misure volte ad agevolare i prepensionamenti: purtroppo la situazione finanziaria del momento rende necessario procedere verso la direzione opposta.
Blocchi alle pensioni: ecco cosa succederà
Misure drastiche volte a trovare le risorse che consentano al sistema previdenziale di reggere. Favorire le uscite anticipate in questo momento significherebbe mettere a rischio la stabilità economica del Paese. Niente abolizione della legge Fornero per ora.
L’età pensionabile resta fissa a 67 anni e con almeno 20 anni di contributi. Quota 41 resterà nel cassetto ancora per un po’. In compenso alcune categorie di lavoratori subiranno tagli pesantissimi sugli assegni previdenziali. Si tratta di alcune categorie di dipendenti pubblici: sanitari, insegnanti di scuole materne ed elementari, ufficiali giudiziari e dipendenti di enti locali.
Il Governo, con l’ultima manovra di Bilancio, ha stabilito che gli assegni previdenziali di questi lavoratori, dal 2024 in avanti, verranno ricalcolati per intero con il sistema di calcolo contributivo anziché con quello misto. Si sono stimate perdite di anche oltre 1000 euro al mese sulle pensioni in questo modo. Tuttavia i tagli non riguarderanno tutti ma solo chi ha meno di 15 anni di contributi versati prima del 1995, cioè prima che entrasse in vigore il sistema di calcolo contributivo.
In pratica saranno penalizzati i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dal 1981 in avanti. Per evitare corse folli verso misure di prepensionamento entro la fine del 2023 ed evitare così i tagli che partiranno dal 2024, il Governo ha pensato bene di introdurre disincentivi. Penalizzazioni per chi accederà alle varie misure di pensione anticipata. Le penalizzazioni più forti riguarderanno Quota 103.
Questa misura è stata riconfermata ma chi deciderà di fruirne avrà un assegno previdenziale più basso – non potrà superare di 4 volte l’importo del trattamento minimo dell’Inps- e interamente ricalcolato con il sistema contributivo. Sistema contributivo in toto anche per le lavoratrici che vorranno accedere alla pensione anticipata con Opzione donna la cui età pensionabile è stata alzata da 60 anni a 61. In questo modo l’Esecutivo sta cercando di bloccare le uscite anticipate in massa dei lavoratori.