Quali sono le possibilità in termini di requisiti per andare in pensione nel 2024? Ci sono due interessanti novità. Ecco quali devono essere età e contributi.
Per vedere una riforma delle pensioni completa e strutturale bisognerà attendere ancora del tempo ma ciò non toglie che il governo abbia comunque affrontato la questione inserendo nella Manovra 2024 una serie di novità in tema di trattamenti pensionistici. Per quanto riguarda il 2024, nello specifico, sono due le proposte andate concretizzandosi e con le quali i lavoratori dovranno fare i conti.
La prima riguarda Quota 103, già esistente nel 2023 ma che verrà proposta con alcune variazioni, consentendo di andare in pensione a 62 anni di età (e 41 di contributi versati). Mentre la seconda è una misura che guarda all’età come requisito principale per smettere di lavorare, ovvero nello specifico 63 anni e 5 mesi (e 36 di contributi). Non è chiaro ad oggi se si tratterà della nuova Ape sociale oppure se la misura verrà proposta con un nuovo nome.
Pensione anticipata, come sarà possibile farlo nel 2024? Le due alternative
La differenza tra Quota 103 e ‘Ape sociale’ non si limiterà, soltanto all’età, in ogni caso di gran lunga anticipata rispetto ai 67 anni della pensione di vecchiaia ordinaria. E per comprenderlo bisogna partire proprio dai lavoratori, che si domandano quale sia la strada migliore e più conveniente, non solo in termini anagrafici ma anche di importi del cedolino mensile, per poter interrompere l’attività lavorativa.
Del resto si tratta di due vie di uscita anticipata ed è naturale domandarselo. Un esempio è costituito da lavoratori che ad inizio 2024 compiranno 63 anni raggiungendo però i 41 anni di contributi solo nel mese di dicembre. Il lavoratore in questione potrebbe dunque optare per l’Ape sociale andando in pensione subito oppure lavorare alcuni mesi in più per approfittare di Quota 103. Di fatto il contribuente maturerà, con entrambe le misure, il diritto ad andare in pensione in anticipo, quello che bisogna capire è quale delle due risulti a conti fatti più conveniente.
Non si tratta di un quesito semplice perché ci sono importanti differenze tra un lavoratore e l’altro. Inoltre bisogna valutare anche un altro aspetto: la quota 103 sarà caratterizzata da un limite di importo ovvero quattro volte la minima (contro le cinque volte precedenti) e verrà calcolata interamente con il sistema contributivo. Questo penalizzerà chi ha versato almeno 18 anni di contributi ante-’96. Altro aspetto riguarda la finestra mobile di attesa prevista dalla Quota 103, con tempi di attesa, dalla data di maturazione dei requisiti di 7 o 9 mesi per lavoratori del settore privato o del pubblico impiego.
Per quanto riguarda l’Ape sociale invece il limite è legato alla platea degli aventi diritto limitata a invalidi, disoccupati, caregiver e lavori gravosi. Il limite di importo della prestazione non potrà inoltre superare i 1.500 euro mensili, senza tredicesima, maggiorazioni ed indicizzazione, e cesserà a 67 anni previa presentazione della domanda di pensione di vecchiaia. Che prevederà anche il ricalcolo dell’importo effettivo della pensione.