Se ci accorgiamo che gli importi di pagamento della TARI richiesti dal nostro Comune non sono corretti, ecco come possiamo opporci.
Ci sono arrivati i bollettini relativi alla Tassa dei Rifiuti (TARI) ma ci accorgiamo che gli importi sono più esosi di quanto avevamo previsto. Ebbene, in molti casi potrebbe davvero trattarsi di un errore: e allora come contestarlo? Viene in nostro soccorso la cosiddetta istanza di autotutela: possiamo presentarla sia presso il Comune di residenza che recepisce la tassa sia ricorrendo al giudice tributario.
Quando presentiamo l’istanza di autotutela direttamente al Comune, possiamo chiedere di essere esentati dal pagamento in misura parziale oppure totale rispetto a quanto preteso, a seconda dell’errore rilevato. Dunque il Comune riceve e valuta l’istanza e, se l’accoglierà, invierà all’Agente preposto alla riscossione esattoriale a cui si appoggia (può essere l’Agenzia delle Entrate oppure una società privata) l’ordine di annullare il debito errato. Infine, quindi, l’Agente accoglierà la richiesta del Comune e provvederà ad evaderla.
Per presentare l’istanza, al cittadino occorre presentarsi all’ufficio tributi del Comune di residenza con un documento redatto in carta semplice in cui attesta le motivazioni per cui richiede l’esenzione ed allega le proprie generalità. Non esistono termini di scadenza per presentare l’istanza e, nel caso la tassa sia stata già parzialmente o integralmente pagata, se l’istanza verrà accettata le quote versate verranno rimborsate.
Come presentare ricorso di esenzione al giudice tributario
Come dicevamo, il cittadino può scegliere anche una seconda opzione, ovvero quella di presentare l’istanza di autotutela al giudice tributario, dunque presso la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado.
Questa opzione, che può essere intrapresa contemporaneamente all’avanzamento dell’istanza nel Comune di residenza, avvierà quindi un procedimento giudiziale che verrà concluso con l’emissione della sentenza da parte del giudice.
In questo caso, però, il cittadino è tenuto a rispettare un termine di tempo massimo: potrà, infatti, presentare il ricorso entro e non oltre i 60 giorni dalla ricezione della notifica di richiesta di pagamento della TARI. Inoltre, questa procedura consente anche di richiedere la sospensione del pagamento fino a quando non sarà stata emessa la sentenza.
Se il cittadino si è appellato, invece, al Comune, può tuttavia avanzare una richiesta di sospensione al pagamento della tassa direttamente all’Agente preposto alla riscossione esattoriale. Anche in questo caso, per farlo è necessario il tempo di scadenza massimo pari a 60 giorni dalla ricezione della notifica di richiesta di pagamento della tassa. Anche il Comune ha un termine massimo da rispettare: se, infatti, non risponderà al cittadino entro 220 giorni dal ricevimento dell’istanza, la richiesta verrà automaticamente considerata accolta.