Rialzo del gas del 40% sui mercati finanziari: ecco come si ripercuoterà sulle bollette invernali

I costi delle bollette pesano notevolmente sulle famiglie italiane: ecco perché rischiano di arrivare nuovi salassi. A pagarne sempre le famiglie.

Gli aumenti nelle bollette non fanno mai piacere a chi ogni mese, oppure ogni due mesi, deve andare a pagarle: gli italiani spendono buona parte del loro stipendio nel far fronte alle spese legate a gas, luce, acqua ecc. Quando si registrano segni più il portafoglio piange sempre.

Bollette del gas
Bollette del gas – www.cassanoweb.it

Recentemente, a segnare un aumento è il costo del gas. Erano due mesi che non si registrano impennate così alte. Quest’ultima non ha fatto piacere nemmeno al mercato finanziario, che ha riportato alla mente buchi finanziari paragonabili a due mesi fa.

Uno dei mercati a farne di più le spese è quello della capitale dell’Olanda, Amsterdam, tra i più importanti dell’Europa. Le negoziazioni al momento stanno a 52 euro per megawattora. Per capirne meglio, ecco che bisogna comparare con quanto accadeva prima. Rispetto a sole 48 ore fa, l’incremento è pari al 13 per cento. Aumenti ancora più pesanti se andiamo a valutare i valori di una settimana fa, quando il prezzo era più basso era del 40 per cento.

Bollette, ecco perché c’è un nuovo aumento

Era già accaduto a febbraio del 2022: la guerra tra Ucraina e Russia aveva determinato aumenti pesanti che avevano fatto paura ai mercati finanziari del mondo e in particolare avevano avuto effetti negativi verso le tasche delle famiglie italiane.

Aumentano le bollette: ecco perché
A pesare ci sono diversi fattori: il più importante è la guerra tra Israele e Palestina (ANSA FOTO) – www.cassanoweb.it

Una delle ragioni più importanti era certamente la guerra tra Palestina e Israele. Una condizione che potrebbe aggravarsi ancora di più se il conflitto tra i due stati del Medio Oriente dovesse continuare o, ancora peggio, dovesse interessare anche altri Paesi confinanti. Israele ha provato a giustificarsi affermando che il blocco delle attività di un impianto nel Mediterraneo era dovuto che era stato dato lo stop per motivi di sicurezza.

Ma non c’è solo la guerra tra Israele e Palestina. A pesare sono anche gli scioperi che si registrano in Australia che hanno provocato una pressione dei costi. Non va meglio in Finlandia ed Estonia, dove un incidente in un gasdotto ha determinato ansie per la sicurezza dell’infrastruttura e quindi la sua capacità di erogare il servizio. Quello che va invece meglio sono i costi legati al petrolio. Gli aumenti che qui si registrano sono più contenuti. Accedendo i riflettori su Londra, l’aumento è dell’1,6 per cento che fa superare il prezzo a 87 euro al barile. Ad ogni modo, più basso rispetto a due settimane fa, quando il costo ha raggiunto 90 dollari.

Impostazioni privacy