L’ISEE è fondamentale per l’erogazione dell’Assegno Unico. Quali sono le conseguenze di una documentazione incompleta o errata?
Se l’INPS dovesse accertare delle irregolarità nel modello ISEE presentato dai percettori dell’Assegno Unico, invia agli interessati una comunicazione con la quale specifica i dati da rettificare.
Fino a quando il contribuente non procede con la rimozione delle incongruenze, la prestazione viene erogata al minimo. Vengono, dunque, accreditati 54,10 euro al mese per ciascun figlio a carico, che si riducono a 25 euro per i figli maggiorenni under 21 anni.
Per correggere gli errori, gli interessati possono:
- fissare un appuntamento con un CAF, per rettificare la DSU presentata;
- inviare alla sede INPS territorialmente competente la documentazione che attesta la veridicità della DSU precedentemente presentata. In questo caso potrebbero risultare delle omissioni o degli errori;
- inoltrare una nuova DSU priva di difformità.
Le irregolarità dell’ISEE, nella maggior parte dei casi, si riferiscono al patrimonio immobiliare. In tale ipotesi, per ricalcolare l’Assegno Unico, è necessario presentare:
- la documentazione rilasciata dall’intermediario finanziario, ad esempio l’estratto conto dal quale risulta la regolarità dei saldi e delle giacenze indicate nella DSU;
- l’eventuale denuncia attestante che il rapporto finanziario non dichiarato è stato creato all’insaputa del titolare;
- tutti i documenti redatti dall’intermediario finanziario dai quali si evince che i rapporti finanziari non specificati nella DSU sono stati chiusi precedentemente;
- l’eventuale certificazione dell’intermediario finanziario con la quale viene confermata l’assenza di un rapporto finanziario che non è stato inserito nella DSU;
- la documentazione dalla società di gestione del risparmio e dell’Istituto di credito, attestante l’entità del rapporto finanziario.
Assegno Unico ridotto al minimo: dopo la rimozione degli errori spettano gli arretrati?
Nell’ipotesi in cui le irregolarità dell’ISEE riguardino il reddito, i contribuenti coinvolti possono inviare la documentazione emessa dall’Agenzia delle Entrate, per segnalare che l’errore o l’omissione non è più valido.
Un esempio è il rilascio di una Certificazione Unica non corretta da parte del datore di lavoro, che viene successivamente sanata.
Dopo aver ricevuto tutta la certificazione richiesta da parte del percettore dell’Assegno Unico, l’Istituto di Previdenza procede con il controllo dei dati e con la nuova determinazione dell’importo del sussidio.
L’INPS, inoltre, riconosce le eventuali integrazioni alle quali il contribuente aveva diritto durante i mesi per i quali l’Assegno Unico e Universale è stato erogato al minimo.
Nell’ipotesi in cui un nucleo familiare dovesse provvedere alla correzione dell’ISEE entro la fine dell’anno, potrà ricevere il conguaglio per tutti i mesi durante i quali ha ottenuto l’Assegno al minimo.
Se, invece, dovesse adempiere dopo il 31 dicembre 2023, a partire dal prossimo anno dovrà restituire gli importi in eccedenza percepiti al di fuori del valore minimo.
