A volte i debiti possono andare in prescrizione, ma ci sono azioni da non fare se si vuole evitare di usufruire di questa agevolazione.
Avere debiti può generare problemi non da poco, non solo perché si finisce per essere incalzati da chi vuole che gli venga restituita la soglia che gli spetta. Chi ha vissuto questa situazione almeno una volta nella vita sa bene quanto possa essere pesante da gestire a livello psicologico, la mente tende spesso a pensare a quello, oltre ad avere come conseguenza diretta la difficoltà a prendere sonno per il timore di non riuscire ad assolvere a tutto.
Purtroppo però si tratta di una situazione più frequente di quanto si possa pensare, soprattutto in un periodo come questo in cui sono in tanti a essersi resi conto di come sia cresciuto il costo della vita. Riuscire a gestire ogni spesa è complesso, specialmente se tra queste si deve aggiungere quanto previsto per mutuo o affitto.
Un’ottima scappatoia quando ci si ritrova con una serie di debiti da saldare e non si sa bene come fare può essere rappresentata dalla prescrizione. Questa può scattare a seconda della situazione dopo un numero determinato di anni, raggiunta quella tempistica niente sarà più dovuto.
Secondo quanto stabilito dal Codice Civile, se il creditore non richiede il pagamento entro il termine prestabilito, perde il diritto di farlo valere, a meno che il debitore stesso non rinunci alla prescrizione. Non è ovviamente interesse del debitore farlo, ma a volte questo può accadere a causa di una serie di azioni che possono portare a quello pur senza saperlo.
La rinuncia può essere effettuata solo dal soggetto autorizzato a far valere il diritto soggetto a prescrizione, ma diventa efficace solo se sono trascorsi i termini di prescrizione previsti dalla legge senza interruzioni. Non è detto che questa intenzione debba essere espressamente dichiarata, a volte ci sono dei comportamenti che possono pensare che questa sia l’intenzione del contribuente che deve saldare i debiti.
Basti pensare all’offerta di un pagamento, alla richiesta di una dilazione e al versamento di un acconto, questo fa pensare ci sia l’effettiva volontà di pagare quanto previsto. Questi modi di agire non possono che essere ritenuti una rinuncia implicita della prescrizione.
Si considera comunque una rinuncia anche quando si arriva a presentare la dichiarazione di successione quando gli obblighi fiscali sono prescritti. Non sono invece ritenuti una rinuncia tacita comportamenti quali l’avvio di un’azione legale per risolvere il contratto da cui deriva il diritto prescritto o richieste di informazioni sulle pretese avanzate o la ricerca di un accordo bonario per evitare un procedimento civile di risarcimento danni.
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