Ci sono importanti novità per quanto riguarda i pignoramenti, anche dei conti correnti. Che cosa succede da ottobre e cosa si rischia.
Dal mese di ottobre si registra una vera e propria rivoluzione dell’attività di pignoramento e fermo amministrativo, sotto tutti i fronti. Terminata la rottamazione quater 2023 l’Agenzia delle Entrate ha dato seguito all’attività sui beni mobili, in particolare i veicoli, di chi è stato escluso da essa.
Sono tante le comunicazioni inviate dall’inizio del mese ai contribuenti per invitarli a regolarizzare quanto prima le situazioni debitorie e contestualmente (in alcuni casi) mettere in fermo amministrativo auto, moto ed altri mezzi che rischiano così di essere successivamente pignorati.
Se il contribuente non paga il debito, anche a rate, sarà destinatario della comunicazione di pignoramento. Ed i tempi sono ristretti perché il blocco con ganasce scatta già dopo 30 giorni dalla ricezione della cartella, qualora non venga saldata. Il fermo resterà in vigore, per la tutela del veicolo evitandone il rischio di deterioramento, fino a quando la sanzione non verrà sanata. Soltanto in alcuni specifici casi il contribuente può ricorrere alla richiesta di sospensione della misura fornendo le relative prove (ad esempio l’impiego del mezzo per il trasporto di persone diversamente abili).
Un’altra importante novità legata ai pignoramenti è lo sblocco del nuovo sistema informativo di incrocio dati, ovvero l’avvio di più severi accertamenti fiscali. Non è stato possibile effettuare lo sblocco in precedenza in seguito ad una serie di problematiche tecniche ed errori riscontrati nei nuovi sistemi informatici ma ora la situazione è cambiata ed il nuovo sistema di ricerca telematica di crediti e beni da pignorare, previsto dalla riforma Cartabia, è operativo. Verranno dunque sfruttate tutte le banche dati incrociando i dati tra loro consentendo agli ufficiali giudiziari di cercare per via telematica tutti i possibili beni da pignorare.
L’entrata in vigore della convenzione tra Agenzia delle Entrate e ministero della Giustizia ha come obiettivo la semplificazione dei prelievi di liquidità dai conti correnti dei debitori. Ufficiali giudiziari avranno cioè un accesso facilitato ai dati fiscali delle banche per avviare i pignoramenti. La conferma è arrivata in una nota da parte del ministero della Giustizia specificando che la convenzione consente agli ufficiali giudiziari di effettuare “l’accesso autonomo alle banche dati dell’Agenzia” alla ricerca di beni che su richiesta del creditori potranno essere pignorati o, si legge, “da sottoporre a procedura concorsuale da parte del curatore della liquidazione giudiziale”.
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