Assegno di inclusione: occhio a non commettere questi errori altrimenti rischi di perderlo immediatamente, ormai i controlli sono in arrivo, migliaia di beneficiari nel mirino.
L’assegno di inclusione è un beneficio economico che si rivolge ai nuclei familiari che si trovano in una condizione di difficoltà, l’obiettivo inoltre è quello di includere dal punto di vista sociale e professionale i soggetti occupabili. Questa misura è entrata in vigore quest’anno in sostituzione del reddito di cittadinanza. L’importo dell’assegno può variare ma non può essere inferiore a 480 €, il denaro viene erogato dall’Inps attraverso una carta elettronica ricaricabile.
Per poterlo ottenere, andranno rispettati diversi requisiti, economici, di residenza, di cittadinanza, di soggiorno, soggettivi e patrimoniali. Per questa ragione, è fondamentale essere a conoscenza delle clausole per evitare di perdere il beneficio o di dover effettuare nuovamente la richiesta. Rispetto al reddito di cittadinanza, i requisiti sono più stringenti, lo stesso discorso vale per i controlli che inizieranno a breve.
Nel momento in cui si percepisce l’assegno di inclusione, i beneficiari sono tenuti all’obbligo di adesione alla partecipazione attiva delle attività formative, è prevista infatti la collaborazione con i servizi sociali comunali e con quelli per il lavoro. Vige l’obbligo per i percettori, di presentarsi presso i servizi sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del patto di attivazione.
Se anche solo un membro dei beneficiari si dovesse rifiutare di sottoscrivere il patto di inclusione con i servizi sociali, o il patto di servizio personalizzato con i servizi del lavoro, la misura sarà automaticamente revocata. Chiaramente ci sono delle eccezioni per cui la misura non decadrà, ad esempio nei casi in cui vi è una giustificazione valida. Un altro punto da tenere a mente, è che anche se l’assegno di inclusione è cumulabile con il reddito percepito dal lavoro, l’importo non dovrà superare i 3000 €.
L’assegno di inclusione può decadere per varie ragioni una di queste ad esempio, è se il beneficiario dovesse ricevere una donazione o dovesse ereditare un immobile senza comunicarlo. Un altro motivo per cui potrebbe avvenire la revoca del beneficio, è la variazione relativa al nucleo familiare, infatti se la famiglia perde un membro o si allarga, è necessario presentare la Dsu per l’Isee. Per farlo si avranno 30 giorni di tempo dalla modifica, a meno che non si tratti di una nascita o di un lutto inoltre, il beneficiario dovrà ripresentare una nuova istanza.
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