Entro il 30 giugno vanno comunicati all’Agenzia delle Entrate tutte le informazioni necessarie per legge relative agli affitti brevi.
I locatari e intermediari di affetti brevi devono segnare sul calendario la data del 30 giugno perché è questo il termine fissato per le obbligatorie comunicazioni verso l’Agenzia delle Entrate.
Entro la fine del mese dovranno essere comunicate all’AdE tutte le informazioni relative al 2023 e riguardanti gli affitti brevi ovvero -riportando quanto specificato dall’Agenzia stessa- quei contratti di locazione di immobili a uso abitativo di durata non superiore a 30 giorni.
Nello specifico sono interessati da questa operazione tutti gli intermediari e gestori dei portali telematici che provvedono alla stipula di questi contratti. Nei prossimi paragrafi entriamo nel dettaglio per capire meglio in cosa consistono queste comunicazioni e cosa dice la legge a riguardo.
Affitti brevi, entro il 30 bisogna trasmettere i dati all’Agenzia delle entrate
Gli affitti brevi sono disciplinati dalla Legge n. 50 del 2017 ed è questa che obbliga gli intermediari, anche se non residenti in Italia, a comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati relativi ai contratti di locazione agevolati nell’anno precedente.
Questo cosa vuol dire? In altre parole le piattaforme che permettono l’incontro di domanda e offerta devono comunicare, entro appunto il 30 giungo, all’Agenzia delle Entrati tutti i dati relativi ai contratti di affitto breve del 2023 portati a conclusione attraverso la propria piattaforma. Per ogni intermediario, ovviamente, l’obbligo di comunicazione si limita a quei contratti che sono stati conclusi attraverso il proprio operato. Una data da segnare, perché la mancata comunicazione può determinare una multa dai 250 ai 2mila euro. La trasmissione dei dati, infine, deve avvenire telematicamente.
Altre novità importanti sugli affitti brevi sono stati poi introdotte dalla Legge di Bilancio del 2024. Le nuove disposizioni obbligano gli intermediari ad effettuare le ritenute relative ai redditi maturati da quanti mettono in locazione i propri immobili. Il versamento deve essere effettuato entro il 16 del mese successivo rispetto a quello a cui si riferiscono gli affetti brevi.
Il versamento deve essere effettuato utilizzando il codice tributo 1919. Questo vuol dire che qualora l’affitto sia gestito direttamente da un intermediario o da una piattaforma online, questi sono obbligati a trattenere una determinata somma a titolo di ritenuta d’acconto. La legge di bilancio di quest’anno ha cambiato anche le aliquote di riferimento; resta al 21% se si tratta di un solo immobile, sale al 26% qualora gli immobili messi in affitto breve da un proprietario siano più di uno (e comunque è previsto il limite dei 4 immobili, oltre il quale è obbligatorio aprire la partita IVA).
Altre novità sugli affitti brevi
Dal 1° gennaio 2024 i redditi che derivano direttamente dagli affitti brevi sono soggetti all’imposta sostitutiva Irpef, alle relative addizionali, all’imposta di registro e all‘imposta di bollo.
Inoltre, gli intermediari di affitti brevi, anche se gestori telematici, sono obbligati a rilasciare la Certificazione Unica ai sensi dell’art. 4 del DPR n. 322/1998.