È possibile apire la Partita Iva e non pagare i contributi sono a determinate condizioni. Scopriamo quali sono e come fare.
Uno dei maggiori timori oggi in Italia che frenano l’idea di mettersi in proprio aprendo una Partita Iva è il pagamento dei contributi. Si tratta di una nota dolente e particolarmente gravosa soprattutto per gli autonomi e professionisti che si trovano magari all’inizio della carriera e non hanno un alto fatturato.
Tuttavia è bene sapere che la legge prevede tre specifiche casistiche per cui il pagamento dei contributi non è contemplato. Nei paragrafi successivi vedremo nel dettaglio quali sono e come comportarsi se si rientra in una di queste categorie.
La regola generale vuole che, nel momento in cui si apra una Partita Iva il professionista si iscriva alla cassa previdenziale di riferimento per la categoria. Tuttavia sono previsti tre casi specifici, ma anche molto limitati c’è da dire, per cui si prevede un’esenzione dal pagamento dei contributi INPS.
Parliamo di situazioni molto particolari che contemplano prima di tutto: la fattispecie in cui il lavoratore autonomo svolge l’attività di impresa contemporaneamente ad altra attività di lavoro dipendente e full time. In questo caso l’autonomo più chiedere l’esonero dal pagamento dei contributi in virtù della presenza di un contratto full time per il quale già si provvede al versamento dei contributi INPS. Inoltre la presunzione è che l’attività svolta con la Partita IVA sia secondaria. Per chiedere questa esenzione bisogna fare apposita domanda all’Istituto Previdenziale.
La seconda casistica prevista è quella del professionista senza albo di riferimento iscritto alla gestione separata INPS, che però non abbia prodotto redditi nell’anno. Si parla di attività come i consulenti informatici, gli amministratori di condominio, come i professionisti del marketing, ma anche i fotografi professionisti e i copywriter. Insomma lavori che non si sono ancora organizzati in un albo professionistico; per cui chi lavora in questi campi deve iscriversi alla gestione separata INPS, ma per non pagare i contributi bisogna anche non aver prodotto reddito.
L’ultimo caso ammesso è quello del professionista che sfrutta accordi previdenziali ed assistenziali con Stati esteri. L’esempio è quello di un professionista che lavora nel nostro Paese ma versa i contributi all’ente previdenziale del proprio Paese di residenza. Attenzione però perché si ottenga questo esonero dall’INPS è indispensabile che l’Italia abbia siglato accordi previdenziali con il Paese in questione, in caso contrario c’è l’obbligo anche per il professionista straniero di versare i contributi secondo il nostro sistema previdenziale.
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