Stangata in arrivo per tante famiglie: l’Inps ha recentemente comunicato che molti dovranno restituire l’assegno di inclusione.
Lo Stato dà ma, se è il caso, riprende ciò che ha dato. Una nuova comunicazione dell’Inps sta facendo tremare tante persone: molti cittadini dovranno restituire quanto ricevuto con l’assegno di inclusione.
È panico per tante famiglie in queste ore. L’ultima comunicazione dell’Inps sta facendo tremare parecchi cittadini. Infatti l’Istituto di previdenza sociale ha informato che diversi nuclei familiari dovranno restituire tutti i soldi che hanno ricevuto con l’assegno di inclusione. Il nuovo sussidio è entrato in scena lo scorso gennaio prendendo il posto a tutti gli effetti del vecchio Reddito di cittadinanza.
Importo e durata sono gli stessi del vecchio sussidio Cinque Stelle: 500 euro al mese a famiglia più altri eventuali 280 euro per pagare l’affitto. L’assegno di inclusione può essere erogato per un massimo di 18 mesi e, dopo una pausa di un mese, può essere prorogato per altre 12 mensilità. La differenza sostanziale che lo distingue dal Reddito di cittadinanza sta nel fatto che per ricevere l’assegno di inclusione è necessario che all’interno della famiglia ci sia almeno un soggetto non occupabile. Rientrano nella categoria dei non occupabili i disabili i minorenni e le persone che hanno già compiuto 60 anni.
Notizia sconvolgente per tanti cittadini: molti dovranno restituire tutti i soldi ricevuti in questi mesi con l’assegno di inclusione. A comunicarlo è stata l’Inps. Vediamo chi dovrà restituire tutto.
Come anticipato, per avere diritto al nuovo sussidio messo in campo dal Governo Meloni, è necessario soddisfare determinati requisiti che sono ben più stringenti rispetto a quelli che servivano per il Reddito di cittadinanza. Ad esempio, il reddito annuo lordo di una famiglia non deve superare i 6000 euro, nessun familiare deve essersi licenziato negli ultimi 12 mesi e nessuno deve aver riportato condanne penali negli ultimi 10 anni.
Nel caso in cui uno dei membri della famiglia, nel frattempo, venga sottoposto a misura cautelare, l’assegno di inclusione verrà sospeso. Il sussidio verrà sospeso anche nel caso in cui un familiare accetti un’offerta di lavoro a tempo determinato fino a 6 mesi. La sospensione, tuttavia, non è la cosa peggiore in quanto non è un provvedimento definitivo.
Decisamente peggiore è la revoca. Le famiglie che, per ottenere il sussidio statale, hanno omesso di dichiarare determinati elementi chiave oppure hanno fornito informazioni mendaci, si vedranno revocare l’assegno di inclusione. Non solo: dovranno anche restituire tutti i soldi ricevuti indebitamente.
Infine, nel caso in cui, un membro della famiglia venisse condannato in via definitiva in questo caso il sussidio decade. La decadenza dell’Assegno di inclusione è prevista anche qualora i membri della famiglia in grado di lavorare non frequentassero i corsi organizzati per il reinserimento lavorativo. Tuttavia, non prevede la restituzione del denaro ricevuto.
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