Ci sono casi in cui l’INPS può chiedere la restituzione di soldi ai pensionati, ma non sempre ciò è lecito ed è possibile difendersi.
Non è raro, purtroppo, che l’INPS chieda la restituzione dei soldi ai pensionati. Non tutti, però, forse sanno che è possibile difendersi (in alcuni casi).
Potrebbe esserci un incompleto o omesso adempimento del pensionato, oppure – cosa non rara anche questa – un errore di calcolo proprio da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale stesso. Ci sono casi in cui il pensionato si trova costretto a restituire dei soldi della pensione. Scopriamo di più in merito.
Adempimenti verso l’INPS
Non sono pochi i pensionati che ricevono una lettera da parte dell’INPS, che comunica una fruizione indebita di prestazioni. Spesso, però, si crede che la richiesta dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale sia sempre lecita, ma non è così. Ci sono pensionati che percepiscono un trattamento per via di alcune circostanze di reddito, di famiglia o di salute e si trovano, quindi, costretti ad adempiere alla modulistica richiesta dall’INPS.
Basti pensare che, entro il 30 giugno, occorre – per chi è titolare di assegno sociale o assegno sociale sostitutivo di invalidità civile – stilare il modello ACC.AS/PS o che, entro il 29 febbraio, era necessario occuparsi del modello RED. Si tratta, quindi, di adempimenti che sono utili per l’INPS, per quanto riguarda tutte le informazioni che occorrono per l’erogazione di una determinata prestazione. Tali assolvimenti, se vengono a mancare, potrebbero comportare la sospensione o la revoca delle prestazioni percepite.
Quando si verificano problemi di informazioni mancanti o omesse, l’INPS potrebbe, quindi, chiedere indietro i soldi erogati magari per diversi mesi. I soldi da restituire all’INPS possono essere restituiti a rate, in un’unica soluzione tramite bollettino di pagamento oppure con delle trattenute sulla pensione.
Pensione, INPS e soldi da restituire: come difendersi
Come detto, però, c’è un caso specifico in cui quanto richiesto dall’INPS non è lecito. Se la pensione erogata in più è stata prodotta a causa di un errore dell’INPS, è possibile intervenire legalmente. Ci sono, infatti, diversi Tribunali che hanno dato, più volte, ragione ai pensionati che hanno ottenuto delle somme in più sulla pensione senza aver commesso errori in prima persona.
L’INPS può ricalcolare la pensione in qualunque momento e può, quindi, chiedere la restituzione delle somme a prescindere, ma deve essere il pensionato in questione a impugnare la richiesta di restituzione da parte dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale se non ha commesso nessuno degli errori prima citati. Il consiglio è, quindi, quello di rivolgersi a un Patronato, un CAF o un legale per sciogliere eventuali dubbi e procedere per difendersi come opportuno.