Aumento di stipendio al posto della pensione: scopri se ti conviene la novità, molti accettano

Il lavoratore che ha la possibilità di accedere alla pensione tramite la Quota 103 può richiedere all’INPS il Bonus contributivo. Ecco di cosa si tratta

Molti lo chiamano”Bonus Maroni” per via delle sue similitudini con una misura introdotta durante il governo Berlusconi. Ma lo fanno erroneamente. Si tratta dell’incentivo a posticipare il pensionamento, un vero strumento di disincentivo nel 2024 a sfruttare la Quota 103, uno degli schemi pensionistici più discussi degli ultimi anni. Scopri se la novità ti conviene.

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Aumento di stipendio al posto della pensione: conviene davvero? – (cassanoweb.it)

Un lavoratore dipendente, nell’ottica della sua pensione, destina una parte significativa della sua retribuzione. Esattamente il 33% del suo stipendio è destinato a fini pensionistici. Di questa cifra, il 9,19% è a carico diretto dell’impiegato stesso, mentre il rimanente 23,81% è coperto dal datore di lavoro. Questo sistema di contribuzione pensionistica si colloca nel contesto della Quota 103, una possibilità per i lavoratori che raggiungono i 62 anni di età e hanno accumulato almeno 41 anni di contributi nel 2024.

Tuttavia, nonostante l’opportunità offerta dalla Quota 103, ci sono diversi aspetti che possono disincentivarne l’utilizzo. Tra questi, si segnala il sistema di calcolo contributivo introdotto nel 2024, che può penalizzare l’importo della pensione risultante. Inoltre, c’è un limite massimo all’importo della pensione, che non può superare quattro volte il trattamento minimo garantito dall’INPS.

In questo contesto, si inserisce il Bonus contributivo, un’agevolazione che consente al lavoratore di risparmiare sulle trattenute pensionistiche. Grazie a questo bonus, il lavoratore può beneficiare di un taglio del 9,19% sulle trattenute contributive direttamente dalla busta paga.

Questo meccanismo, sebbene offra un vantaggio economico, non è privo di vincoli e complicazioni. Specialmente considerando i cambiamenti intervenuti nel 2024 riguardo alle finestre di decorrenza della Quota 103. Inoltre, è importante tenere presente che a causa del taglio del cuneo fiscale, molti lavoratori versano ora una quota contributiva ridotta rispetto al 9,19% originario, con aliquote che possono variare, ad esempio, al 3,19% o persino al 2,19%.

Aumento di stipendio al posto della pensione: scopri se ti conviene la novità

L’INPS ha chiarito che, in seguito alle modifiche nelle finestre di decorrenza della Quota 103 nel 2024, cambiano anche le tempistiche per l’erogazione del Bonus contributivo. Pertanto, una volta soddisfatti i requisiti per accedere alla Quota 103, i lavoratori possono richiedere il Bonus all’INPS. Tuttavia, questo bonus non verrà erogato immediatamente dopo la domanda, ma seguendo le stesse tempistiche previste per l’inizio della percezione della pensione di Quota 103.

Aumento di stipendio al posto della pensione
Aumento di stipendio al posto della pensione: le comunicazioni dell’INPS foto: Ansa – (cassanoweb.it)

Il lavoratore che ha la possibilità di accedere alla pensione tramite la Quota 103 può richiedere all’INPS il Bonus contributivo, garantendosi così un aumento mensile dello stipendio pari alla quota a suo carico dei contributi previdenziali, che corrisponde al 9,19%. Tuttavia, è importante considerare che a causa del taglio del cuneo fiscale, molti lavoratori non versano più l’intera aliquota del 9,19%. Ma una percentuale notevolmente ridotta, che può essere del 3,19% o persino del 2,19%.

L’INPS ha confermato che, in seguito alle modifiche apportate alle finestre di decorrenza della Quota 103 nel 2024, cambiano anche le tempistiche per l’erogazione del Bonus contributivo. Una volta che i requisiti per accedere alla Quota 103 sono stati soddisfatti, i lavoratori possono presentare la richiesta di Bonus all’INPS. Tuttavia, il Bonus non verrà erogato dal mese successivo a quello della domanda, ma in base alle stesse tempistiche previste per l’inizio della percezione della pensione di Quota 103.

Secondo quanto comunicato ancora dall’INPS il Bonus in busta paga potrà essere erogato dopo 7 mesi nel settore privato e dopo 9 mesi nel pubblico impiego. Queste tempistiche coincidono con quelle stabilite per l’inizio della percezione della pensione di Quota 103.

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