Lo Stato prevede una serie di concessioni per le categorie fragili, tuttavia per accedervi sono necessari determinati requisiti.
La circolare Inps spiega chiaramente i requisiti e i permessi attribuibili alla Legge 104. Laddove si presentino determinate circostanze (decesso, patologie invalidanti e simili), le concessioni possono estendersi ai soggetti vicini all’invalido. Questo riguarda solo ed esclusivamente il coniuge, il genitore oppure i parenti conviventi. Il tal caso il beneficiario potrà richiedere il congedo straordinario, in modo da svolgere il ruolo di caregiver ed occuparsi pienamente delle necessità del primo beneficiario, ovverosia il cittadino che presenti una disabilità certificata.
La Legge 104 prevede comunque al parente o coniuge del soggetto di ottenere tre giorni di permesso mensili, anche in concomitanza con l’assistenza medica affidata a personale competente. Inoltre, dal mese di agosto, è stato eliminato il concetto di referente unico dell’assistenza: le concessioni possono, di fatto, essere estese a più caregiver. Una donna anziana in casa di riposo, ad esempio, può accedere alla Legge 104 e consentire al contempo ad entrambi i figli di occuparsi di lei. Tuttavia, per il congedo straordinario – che dunque non si limita all’assistenza sporadica, bensì ad una presenza continuativa – è necessario che il parente stretto sia convivente con il cittadino ritenuto disabile.
Legge 104 e convivenza
Per ottenere dunque il congedo straordinario, sulla base dell’estensione della Legge 104, è necessario convivere con il cittadino affetto da disabilità. Laddove ad esempio una figlia – trasferitasi in un suo appartamento – intenda occuparsi dei suoi genitori e quindi assentarsi dal lavoro, dovrà necessariamente spostare la sua residenza. Tale pratica è eseguibile anche dopo aver inoltrato la richiesta sul sito ufficiale dell’Inps, ma dovrà comunque essere garantita in un secondo momento, seguendo quelle che sono le indicazioni dell’Istituto nazionale della previdenza sociale.
Nel caso in cui il parente stretto abiti nel medesimo condominio e non nello stesso appartamento, dovrà comunque spostare la residenza. Lo Stato consente di stabilire eventualmente una residenza temporanea, che permetta al caregiver di mantenere la propria abitazione e trasferirsi per un periodo determinato nel domicilio del cittadino appartenente alla categoria protetta. Ad ogni modo, anche laddove il richiedente dimostri di essere prossimo ad effettuare il cambio di residenza, i permessi e le concessioni non verranno applicati fino a quando quest’ultimo non dimostri di aver concluso le pratiche di trasferimento. Solo a quel punto avrà diritto di richiedere un congedo straordinario, assentandosi dal lavoro senza il rischio di essere allontanato dall’impiego.