Assegno accompagnamento bloccato dall’INPS: le nuove motivazioni e chi rischia

L’assegno di accompagnamento, erogato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), può essere sospeso. Ecco in che caso

L’assegno di accompagnamento rappresenta un importante sostegno per coloro che vivono con una disabilità totale e permanente, riconosciuta dalla Commissione medico legale attraverso un accurato accertamento sanitario. Tuttavia, è importante comprendere che tale indennità potrebbe essere soggetta a sospensione in determinate circostanze. Insomma, come ogni diritto, non è per sempre. Esaminiamo più da vicino i motivi di questa possibile sospensione e le relative soluzioni.

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L’assegno di accompagnamento è uno strumento fondamentale del welfare italiano foto: Ansa – (cassanoweb.it)

Si tratta di una misura fondamentale del welfare italiano, che mira a sostenere le persone in difficoltà e i loro caregiver. L’assegno di accompagnamento, erogato dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS), è destinato a coloro che, a causa di una disabilità totale e permanente, richiedono assistenza continua per svolgere le attività quotidiane fondamentali, come lavarsi e vestirsi. Tale indennità è garantita ai cittadini residenti in Italia, indipendentemente dal loro reddito e dall’età. L’assegno viene corrisposto per dodici mensilità, a partire dal mese successivo alla presentazione della domanda. Tuttavia, vi è un’unica eccezione che può portare alla sospensione dell’indennità: ecco quale.

Quando l’INPS blocca l’assegno di accompagnamento

L’INPS blocca l’assegno di accompagnamento in caso di ricovero ospedaliero superiore a 29 giorni, completamente a carico dello Stato. In tal caso, l’assegno di accompagnamento viene temporaneamente sospeso per il periodo di ricovero prolungato. Tuttavia, esiste una particolare eccezione a questa regola. Se nonostante il lungo periodo di ricovero, la struttura sanitaria non garantisce un’assistenza esaustiva, ovvero se è necessario il supporto di un familiare o di un infermiere privato durante il ricovero, l’INPS può decidere di continuare a erogare l’assegno di accompagnamento. Ovviamente, tale evenienza va segnalata ai fini della prosecuzione dell’erogazione.

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Quando l’INPS sospende l’assegno di accompagnamento – (cassanoweb.it)

Questa decisione si basa sulla considerazione che il beneficio dell’assegno è fondamentale per garantire una qualità di vita accettabile per il soggetto disabile, anche durante il periodo di ricovero ospedaliero. Pertanto, se la struttura ospedaliera non riesce a fornire l’assistenza necessaria, l’INPS interviene mantenendo regolarmente il pagamento dell’indennità.

In conclusione, sebbene la sospensione dell’assegno di accompagnamento possa verificarsi in caso di lungo ricovero ospedaliero, l’INPS tiene conto delle circostanze specifiche del caso e può decidere di continuare a corrispondere l’indennità se l’assistenza fornita non è esaustiva. Questo meccanismo mira a garantire il sostegno continuo ai soggetti disabili, anche nelle situazioni più complesse e difficili.

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