Un bonus da 850 euro che potrà essere sommato all’indennità di accompagnamento. Tutto sulla novità ‘cumulabile’.
Poter beneficiare di un duplice introiti portando le cifre percepite a sfiorare i 1400 euro al mese: non è un sogno, ma una novità concreta che fa capo alla possibilità di cumulare tra loro due misure, una delle quali pari a 850 euro al mese.
Questo bonus, infatti, potrà essere sommato all’indennità di accompagnamento da 531,76 euro, ma solo nel rispetto delle modalità di utilizzo per non rischiare di perderlo a causa di una revoca. Scopriamo in cosa consiste questa nuova misura e come l’agevolazione sarà articolata e spendibile.
La novità in questione fa capo ad una riforma legata all’assistenza agli anziani e lo scorso 11 marzo c’è stato un primo passo avanti in tal senso con l’ok, da parte del Consiglio dei Ministri, al primo decreto attuativo contenente, tra le altre cose, anche questo prezioso bonus del valore di 850 euro cumulabili. La progettualità alle spalle di questo intervento è legata alle carenze riguardanti la cura e presa in carico di over 65, abili ma anche non autosufficienti. Andata concretizzandosi con una legge-quadro, la numero 33 del 23 marzo 2023 prescritta dal Pnrr che quest’anno inizia a trovare concretizzazione.
L’agevolazione in questione ha già un nome ovvero “prestazione universale” e potrà essere sommata all’indennità di accompagnamento, il tutto nel rispetto di specifici paletti. Il nuovo bonus, infatti, dovrà essere speso unicamente per la retribuzione del lavoro di cura e assistenza da parte di badanti alla persona anziana. O, in alternativa, per acquistare da imprese di servizi l’assistenza. Se così non fosse potrà infatti essere revocato ma questo non andrà ad intaccare l’indennità di accompagnamento.
La misura dovrebbe essere avviata in via sperimentare per capire se effettivamente renda sostenibile l’assistenza a casa dell’ultra anziano in condizioni di fragilità. L’avvio sarebbe previsto per gennaio 2025 con conclusione nel dicembre del 2026 con un importo di 250 milioni di euro l’anno recuperati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. In caso di sforamento degli importi potrebbero essere previsti, successivamente, requisiti di accesso più restrittivi. Questo potrebbe ridurre di molto la platea, ad oggi circa 25mila persone non autosufficienti, con almeno 80 anni e con un ‘gravissimo’ bisogno assistenziale oltre che con un Isee inferiore a 6000 euro.
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