Sta arrivando il ricalcolo di marzo per l’Assegno di inclusione: ecco cosa cambia e chi non avrà più diritto a riceverlo da questo mese.
Con l’ingresso di marzo arriva anche un nuovo ricalcolo dell’importo dell’Assegno di inclusione. Questo porterà alcune famiglie a non avere più diritto alla misura. La situazione riguarda coloro che hanno richiesto il nuovo ISEE a febbraio, e che quindi hanno ricevuto le prime due mensilità sulla base dell’ISEE del 2023. Quest’opportunità è stata lasciata aperta dal Governo al fine di rendere la transizione dal Reddito di cittadinanza più semplice, ponendo come limite per la presentazione della nuova DSU il 29 febbraio 2024. La mancata presentazione della nuova ISEE entro questa data pena la sospensione dell’Assegno.
Chi ha aspettato febbraio per rinnovare l’ISEE potrebbe essere soggetto al ricalcolo dell’importo. A seconda dei casi questo può essere vantaggioso o svantaggioso, e nel peggiore dei casi può portare al non ricevere più l’Assegno di inclusione. Ricordiamo che ciò non si applica a chi ha già richiesto l’ISEE 2024 a gennaio, visto che il ricalcolo è già stato effettuato con la mensilità di febbraio.
Assegno di inclusione, ricalcolo in arrivo: chi lo perde
Tra i gruppi che si devono preoccupare ci sono soprattutto i nuclei familiari che hanno migliorato la loro situazione economica tra il 2021 e il 2022. Il ventaglio include molte più persone di quanto ci si potrebbe aspettare. Dal 2024, infatti, l’ISEE tiene conto di chi riceve l’Assegno unico per i figli a carico. Questo è stato erogato per la prima volta proprio nel 2022. Se la situazione reddituale è migliorata bisognerà aspettarsi un taglio dell’Assegno a priori. La misura, infatti, è legata strettamente al reddito familiare. Più questo sale, più scende il valore dell’Assegno di inclusione.
In caso in cui il miglioramento superasse il limite ISEE di 9.360 euro, l’Assegno di inclusione decade completamente. Bisognerà, in questo caso, richiedere un ISEE corrente e sperare di rientrare nei nuovi parametri. Un’altra novità da tenere a mente è che adesso i figli maggiorenni a carico (ovvero con un reddito sotto ai 4.000 euro), non sposati o senza figli fanno parte del nucleo familiare anche se non risultano conviventi. Questi andranno quindi indicati nella nuova DSU. Questo porta con sé la necessità di richiedere di nuovo l’Assegno di inclusione, con un conseguente un nuovo accertamento della validità della prestazione.