Aumentano i controlli dell’Agenzia delle Entrate contro l’evasione fiscale, ecco i tre metodi impiegati per individuare chi commette errori.
Che l’Agenzia delle Entrate abbia incrementato i controlli per ridurre il fenomeno dell’evasione fiscale, consapevole o inconsapevole (a causa di errori commessi nella compilazione della dichiarazione dei redditi), è cosa nota. Ma quali sono i metodi impiegati?
Il governo Meloni ha puntato in particolare a focalizzare l’attenzione sulle grandi realtà, allo scopo di individuare errori in materia fiscale, che dovranno in tal modo essere corretti per non incorrere in accertamenti e pesanti sanzioni. Ciò non toglie che anche i singoli contribuenti vengano monitorati dal punto di vista delle somme dichiarate in virtù di quelle spese nell’arco dell’anno.
Chiaramente i controlli non avvengono con un operatore che passo dopo passo si mette a verificare uno per uno i mancati pagamenti dei contribuenti. Questa procedura avviene mediante software altamente specializzati in grado di incrociare dati (raccolti anche dall’anagrafe tributaria) e cifre e verificare eventuali comportamenti illeciti. Il software in questione si chiama Redditometro e va a verificare, nell’arco di un preciso periodo di imposta, le spese che il contribuente ha sostenuto per accertare che siano in equilibrio con i redditi che ha dichiarato.
Qualora vi sia un surplus superiore al 20% delle uscite rispetto alle entrate scatterà l’accertamento fiscale nei confronti del contribuente. Tanto più se tra i beni acquistati figurano immobili, imbarcazioni e auto ascrivibili al mondo dei beni di lusso. Anche i canoni di locazione dovranno risultare coerenti con le somme annualmente dichiarate.
Il secondo metodo impiegato per il controllo fiscale è il Risparmiometro, un algoritmo che l’Agenzia delle Entrate ha sviluppato allo scopo di verificare che risparmi e reddito dichiarato abbiano una corrispondenza. Al posto del calcolo delle spese viene dunque verificato quanto denaro è presente sul conto corrente. Infine il Fisco si affida ad un grande database noto con il nome di Anagrafe dei Conti Correnti o Registro dei Rapporti Finanziari.
Grazie ad esso, dal momento che le medesime banche forniscono informazioni aggiornate che alimentano tale archivio, vengono verificati i contratti tra cittadini ed istituti di credito. Dai conti correnti alle cassette di sicurezza fino ai finanziamenti, l’Agenzia delle Entrate potrà essere a conoscenza di come il contribuente impieghi i propri soldi sempre allo scopo di individuare eventuali irregolarità.
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