I datori di lavoro del settore privato possono richiedere il bonus per gli under 30, che ha come obiettivo l’assunzione dei giovani.
Il bonus assunzione per i giovani under 30 – che è stato approvato nel 2017 – è valido ancora oggi e può essere richiesto dai datori di lavori del settore privato.
Si tratta, per l’appunto, di una misura che riguarda coloro i quali assumono ragazzi di un’età inferiore ai 30 anni. Scopriamo di più in merito.
Bonus assunzione per giovani under 30: come funziona e chi può richiederlo
Il bonus assunzione per giovani under 30 può essere richiesto per quei ragazzi che hanno, sì, meno di 30 anni, ma anche che non devono essere mai stati assunti a tempo indeterminato prima di questa assunzione agevolata. Insieme al Ministero del Lavoro e ANPAL, l’INPS mette in chiaro i criteri che riguardano gli esoneri per l’occupazione dei giovani specificando, per l’appunto, quando un’assunzione con contratto a tempo indeterminato non può vedere applicato tale bonus.
L’esonero contributivo pari al 50% della retribuzione lorda imponibile mensile – su base annua e fino a 3000 euro – è rivolto alle aziende private e ha una durata di 36 mesi al massimo. Si tratta di una misura che è stata introdotta con la Legge 27 dicembre 2017 n. 205, che non ha bisogno di rinnovi annuali e, dunque, è ancora valida. In poche parole, per il datore di lavoro si tratta di una sorta di sconto sui contributi.
L’agevolazione ha, ovviamente, come scopo quello di favorire l’assunzione dei giovani. Per richiedere il bonus assunzione per giovani under 30, i datori di lavoro possono farlo direttamente online tramite il sito web dell’INPS. Cliccando sulle voci “Tutti i servizi” e “Servizio di verifica esistenza rapporti a tempo indeterminato”. Per poter accedere, occorre essere in possesso di SPID, CIE o CNS.
Il bonus non può essere richiesto dai datori di lavoro che non sono in regola con il DURC, che abbiano effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti alla richiesta del bonus o che abbiano commesso violazioni di norme a tutela delle condizioni di lavoro. Allo stesso modo, il datore di lavoro non dovrà procedere – nei sei mesi seguenti – a licenziamenti. Come detto, l’esonero dei contributi non è previsto per la Pubblica Amministrazione. Per maggiori dettagli, è consigliabile prendere visione del Messaggio n. 4178 del 24-11-2023.