Può accadere, ma non bisogna andare in panico. Ecco che cosa fare se la domanda dell’Assegno di Inclusione è stata sospesa.
Sono giorni importanti questi sul fronte dei sostegni da parte dello Stato nei confronti dei cittadini che ne hanno maggiore bisogno. A breve infatti verranno erogati i primi importi relativi all’Assegno di Inclusione, la misura economica che sostituirà il Reddito di Cittadinanza.
Tuttavia, alcuni contribuenti hanno avuto alcuni problemi con la richiesta rivolta all’Inps. In questo articolo vogliamo infatti spiegare che cosa fare se la domanda dell’Assegno di Inclusione è stata sospesa.
Ecco che cosa devi fare
Una volta invita la richiesta per poter ricevere l’Assegno di Inclusione, il contribuente può controllare lo stato della propria domanda direttamente sull’area personale INPS, utilizzando il proprio SPID, CNS o CIE. Questa può essere stata accolta – in questo caso potrai ricevere il tuo Assegno – sospesa, respinta o in evidenza. Ma che cosa fare se la propria domanda di Inclusione risulta essere sospesa? In questo caso è necessario seguire dei passaggi che ti potranno aiutare.
Nel caso di domanda ADI sospesa sarà l’Inps ad accertare se quanto dichiarato nella DSU del beneficiario è corretto o se ci sono degli errori. In questo caso, infatti, il cittadino non potrà fare altro che aspettare l’esito dei controlli effettuati dall’Inps.
Successivamente, l’Istituto potrà confermare le eventuali discordanze che ci sono tra la DSU e l’Isee inserito nella domanda dell’Assegno Unico. In quel caso la domanda sarà respinta. Al contrario, a seguito dei controlli l’Ente potrebbe annullare la sospensione e così completare la fase dell’istruttoria.
Se un contribuente vede la propria domanda di Assegno di Inclusione respinta c’è ben poco da fare. Secondo quanto spiegato dall’Inps nel Messaggio n.684 del 14-02-2024, i contribuenti che vedono la propria domanda respinta potrebbero consultare la causa. Dal 27 febbraio del 2024, infatti, sarà aperta la disponibilità per accedere al dettaglio delle specifiche che hanno portato a respingere la richiesta. Inoltre, sarà possibile presentare una richiesta di riesame motivata entro 30 giorni dalla comunicazione dell’esito. Infine, il contribuente potrà avviare un ricorso giudiziario.
Nel caso di domanda “In evidenza“, le cose cambiano. In questo caso l’Isee presenta omissioni e il contribuente dovrà – entro 60 giorni – presentare dei documenti giustificativi in relazione alle omissioni e difformità. In alternativa, dovrà rettificare l’attestazione Isee – in caso di errore – oppure presentare una nuova DSU. Con tale modo sarà possibile correggere gli errori.