I resi gratuiti di Amazon sono uno dei segreti del successo mondiale di questo e-commerce ma potrebbero sparire. Perché e quando accadrà?
Il volume di affari che passa attraverso la piattaforma di Amazon è aumentato a dismisura nel corso degli ultimi anni, soprattutto a causa delle difficoltà logistiche dovute alla Pandemia. Abituati ormai a poter acquistare qualsiasi cosa, vedendocela recapitare a casa nel giro di pochissimi giorni, diamo ormai per scontati tutta una serie di servizi offerti accessori che esulano dalla classica spedizione.
Uno dei servizi accessori assolutamente fondamentali per la user experience dei clienti è il reso gratuito che Amazon assicura nella maggior parte dei casi, soprattutto a seguito di acquisti sbagliati per taglia oppure per difetti e malfunzionamenti del prodotto acquistato.
Nella politica dei resi gratuiti ovviamente il cliente non è tenuto a pagare assolutamente nulla, nemmeno le spese di spedizione necessarie al ritiro dell’oggetto da cambiare e alla spedizione del nuovo prodotto. Questa strategia ha permesso ad Amazon di conquistare la fiducia anche dei clienti che avevano più remore ad acquistare prodotti letteralmente a scatola chiusa, senza poterli vedere dal vivo e senza poterli provare.
Sembra però che, da un certo punto in poi, le cose abbiano cominciato a diventare insostenibili e c’è chi parla già della fine di un’era.
Amazon non farà più resi gratuiti?
Come capita sempre, quando si mette in campo una buona pratica per assicurare vantaggi a tutti, c’è sempre qualcuno che la distorce, finendo per approfittarne e per rovinare tutte le dinamiche fruttuose che erano state innescate.
Il problema dei resi seriali è infatti un grosso problema logistico ed economico per Amazon ed è ormai diventato un fenomeno diffuso. Questo significa che ci sono dei clienti Amazon che acquistano grandi quantità di merce (anche merce che non sono certi di voler acquistare davvero), quindi la provano e, se per qualche motivo non sono convinti dell’acquisto, fanno il reso.
Ovviamente questo approccio risulta molto dannoso per Amazon, che si trova a spendere una fortuna per coprire i costi di ritiro a fronte di acquisti effettivi spesso limitati. Già molti rivenditori su Amazon hanno cominciato a far pagare le spese di spedizione per i resi e c’è ragione di sospettare che presto anche l’intera macchina organizzativa di Amazon adotti questa politica per limitare i danni economici provocati dai soliti “furbetti”.