Sebbene possa sembrare un gesto innocuo, con la scusa del nome sbagliato, alcuni corrieri attuano una pratica sleale per sottrarre denaro.
Sembra non esserci mai fine alla fantasia e questo vale anche per i truffatori che affinano costantemente le loro tecniche per sottrarre denaro al malcapitato di turno. Il rischio di venire coinvolti in una truffa riguarda tutti e non va mai sottovalutato. Chi pratica questa tipologia di tecniche, infatti, mette in moto dei meccanismi che ci portano ad abbassare le difese, poiché alcuni atteggiamenti sono considerati mediamente normali. Se non scatta nessun allarme nel malcapitato, allora va tutto per il meglio.
Ad oggi, la maggior parte delle truffe avviene online: per mezzo di e-mail, telefonate e messaggi, spesso camuffate da fonti affidabili. Ovviamente, il primo consiglio è proprio quello di prestare maggiore attenzione a questi canali, assicurandosi della fonte da cui provengono realmente. Lo stesso vale nel mondo reale, quando una persona sconosciuta avanza richieste personali. Partiamo dal presupposto che questo tipo di truffa viene attuata in maniera spontanea, tanto che risulta davvero difficile verificare la veridicità. Ad ogni modo, conoscerla è il primo passo per difendersi.
Come accennato in precedenza, non c’è mai limite alla fantasia. Nel caso in questione, la truffa del corriere è una dei tanti raggiri comuni, quanto efficaci. Il meccanismo, in realtà, è molto semplice: un finto corriere arriva all’indirizzo riportato sul pacco dove risulta l’indirizzo del mittente corretto ma un destinatario che non esiste, e quindi, che non si trova nel palazzo.
Solitamente, viene chiesto da parte del sedicente corriere di fare una telefonata al mittente con l’obiettivo di capire a chi sia destinato il pacco. A questo punto, lo stesso passa circa 5 minuti al telefono come se tentasse di risolvere il problema, per poi concludere la chiamata affermando che l’indirizzo riportato sul pacco è in realtà errato. Sebbene sia una cosa comune che può capitare a chiunque, questa non è altro che una truffa: il postino utilizza il telefono del malcapitato non per chiamare la sede, ma a numeri a pagamento con cui il truffatore è d’accordo per scalare il credito.
Solitamente, questo raggiro viene fatto dal telefono di edifici in cui è presente il portierato, quindi a danno del palazzo. Ad ogni modo, nulla esclude che il finto corriere scelga di approfittare di qualche persona benevola che potrebbe cedere il suo telefono cellulare o fisso per effettuare la chiamata.
Ad ogni modo, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy consiglia di verificare sempre e comunque la provenienza delle comunicazioni prima di cedere dati sensibili o della carta di credito. Questo vale anche se, apparentemente, a contattare sembrano essere aziende bancarie e postali. Inoltre, sarebbe buona norma non fornire il proprio telefono e cliccare link ricevuti via sms o email. Spesso le truffe fanno leva sul senso di urgenza e l’invito ad agire immediatamente. Tuttavia, prendersi un attimo per ragionare è l’unico modo per difendersi dai raggiri.
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