Del pesce spada è stato ritirato dal commercio in seguito a un richiamo del Ministero della Salute: qual è la ragione della decisione?
Molto spesso sentiamo parlare di prodotti ritirati dal commercio per via di qualche problema connesso alla loro qualità. A volte ci capita per esempio di tornare a casa e di notare che fra i prodotti acquistati ve ne sono alcuni che tendono a deteriorarsi più velocemente del previsto, oppure che non corrispondono alle caratteristiche che dovrebbero avere.
A tutelare la salute dei consumatori intervengono spesso le associazioni, i produttori stessi e il Ministero della Salute. Al fine di scongiurare rischi per i consumatori, infatti, il Ministero effettua controlli sui prodotti del supermercato, sospendendo la vendita di quelli che non sono conformi alle regole.
L’ultimo caso riguarda ad esempio dei tranci di pesce spada surgelati a marchio DIMAR. La ragione del richiamo è una presenza di mercurio superiore ai limiti consentiti. Non è raro sentir parlare del grande quantitativo di mercurio contenuto in alcuni tipi di pesce, uno tra tutti il tonno.
In base alle zone di pesca (ad esempio Brasile, Canada, Cina, e Groenlandia), infatti, i prodotti ittici possono contenere quantitativi di mercurio troppo alti per essere considerati non rischiosi per la nostra salute.
Il pesce spada incriminato è quello con numero di lotto 24132-585 e scadenza fissata al primo ottobre 2026. Il suggerimento del Ministero è di non consumare questo prodotto e anzi di riportarlo al proprio punto vendita di riferimento per ottenere un rimborso o una sostituzione della merce.
Un’intossicazione da mercurio, così come un’intossicazione da piombo, può avere conseguenze anche gravi sul nostro organismo. Come si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, “il mercurio metallico e il metilmercurio hanno come bersaglio principale il sistema nervoso centrale e periferico, mentre i sali inorganici di mercurio sono corrosivi per occhi e pelle e, se ingeriti, hanno effetti sul sistema gastrointestinale e possono provocare danni ai reni“.
I sintomi più comunemente riportati sono quelli conseguenti all’ingerimento di dosi contenute di mercurio per periodi di tempo prolungati. Chi eccede il limite della dose settimanale tollerabile di assunzione (pari a 1,3 microgrammi per chilo di peso corporeo) rischia di incorrere in effetti indesiderati, anche a lungo termine.
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