È scattato l’ennesimo richiamo alimentare per un prodotto confezionato venduto nei supermercati: l’avviso del Ministero della Salute.
Ennesimo richiamo alimentare per un prodotto confezionato e venduto in tutti i supermercati. Arriva oggi l’avviso del Ministero della Salute che segnala il ritiro di un lotto di prodotti di derivazione animale: il rischio batterico è elevato, diversi i casi di Salmonella. Si tratta del Salumificio Ceccarelli, in particolare, del salame di fegato prodotto dall’azienda marchigiana.
Il motivo dell’avviso diramato dal Ministero della Salute, che ha contattato la Ceccarelli, è la presenza di un rischio microbiologico dovuto alla Salmonella, già riscontrato in diversi prodotti esaminati. Il salame di fegato è venduto nei supermercati in pezzi interi da 350 grammi ciascuno. Il lotto ritirato è il numero 121, da consumare entro due mese dalla data di produzione, risalente al 16 aprile 2024.
L’azienda produttrice, la Salumificio Ceccarelli, ha la sua sede in via San Paolo, a San Severino Marche, in provincia di Macerata. Il Ministero della Salute, per scopo precauzionale, raccomanda ai consumatori in possesso del lotto contaminato, di non consumarlo. Per riconoscere il prodotto contaminato basta semplicemente leggere il numero di lotto indicato sulla confezione.
I consumatori che hanno acquistato il salame di fegato richiamato possono restituirlo direttamente al punto vendita d’acquisto ed essere rimborsati. Assolutamente è sconsigliato il consumo, per evitare eventuali problemi di salute. La Salmonella comporta sintomi evidenti, quali crampi allo stomaco, vomito, diarrea, febbre.
Questo batterio è molto frequente nella carne di maiale, ma anche nelle uova, nei pesci e nei molluschi, nei prodotti non pastorizzati, derivanti dal latte crudo, e in certi casi persino nella frutta e nella verdura, o nel gelato artigianale e nei preparati per dolci. Tra l’altro, l’infezione da Salmonella è più frequente nei mesi estivi.
Il Salumificio Ceccarelli ha disposto il ritiro del prodotto contaminato da tutti gli scaffali dei supermercati e dei negozi. In soli cinque mesi, dall’inizio dell’anno sono già stati disposti oltre cento richiami alimentari in tutta Italia, per un totale di quasi 250 prodotti contaminati.
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