I truffatori cercano di ingannare le loro vittime spacciandosi per carabinieri. Ma in realtà mirano solo a svuotare le tasche altrui.
I truffatori una ne fanno e cento ne pensano. Le truffe in circolazione sono tante e molto diversificate. I malintenzionati si sono fatti sempre più astuti e per ingannare le loro vittime cercano di presentarsi con credibilità e autorità ai loro occhi. Uno degli stratagemmi più “gettonati” dai furfanti è quello di spacciarsi per rappresentanti di istituzioni. Come l’Arma dei Carabinieri ad esempio.
Esattamente quello che succede con una delle truffe più recenti, dove i truffatori fanno finta di essere dei carabinieri. Ma a differenza degli uomini della Benemerita, da sempre impegnati a proteggere i cittadini dai lestofanti, i criminali hanno di mira una cosa soltanto: svuotare il portafoglio delle loro vittime.
Attenzione allora a questa truffa che sfrutta la fiducia dei cittadini nei confronti dell’Arma per derubarli dei loro soldi. Ecco come agiscono gli astuti banditi e come fare per proteggersi da questa insidia.
Sono aumentate di molto le truffe di criminali che si presentano come carabinieri ma che, in realtà, sono solo soggetti a caccia di denaro. L’allarme di recente ha riguardato soprattutto Milano ma la truffa del finto carabiniere è diffusa purtroppo su tutto il territorio nazionale.
Le vittime, spesso anziani poco abituati alle novità tecnologiche, si vedono raggiungere da telefonate solo in apparenza provenienti da una caserma dei carabinieri. Dall’altro capo della linea però non c’è un ufficiale dell’Arma, ma un truffatore che cerca di spillargli soldi raccontando una storia inventata. La più tipica è quella di un grave (e fintissimo) incidente capitato a uno dei figli di un anziano, un racconto accompagnato dalla richiesta di una somma di denaro per evitare il trasferimento in carcere.
In questo modo i criminali giocano sulla poca lucidità dell’età, aggravata dalla paura e dalla pressione dell’urgenza di evitare una gravosa minaccia al proprio figlio. I truffatori vogliono esattamente questo: impedire il ragionamento lucido e razionale. Suscitando fretta e paura scatenano impulsi che rendono meno attento il cervello a cogliere segnali sospetti. In più c’è l’elemento “autorità e credibilità”, alimentato da telefonate che sembrano giungere dalla caserma. I malviventi chiamano spesso e volentieri con Voip sfruttando la tecnica dell’d spoofing per mascherare il proprio numero reale e sostituirlo con un altro riconducibile all’Arma.
Dopo il contatto telefonico in genere entra in azione un complice pronto a presentarsi alla porta di casa della vittima per ritirare il denaro. L’Arma invita a diffidare di un presunto “carabiniere” che si presenta da solo (di solito i carabinieri si muovono in coppia), senza divisa, tesserino e auto di servizio. Tanto più, come spiega un vademecum diffuso dai carabinieri di Milano, che «gli appartenenti alle forze dell’ordine non richiedono mai consegna di denaro o monili, né di ispezionare l’appartamento per verificare che non sia stato visitato dai ladri».
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