Nessuna catena di supermercati è immune ai richiami del Ministero della Salute: stavolta è toccato al Lidl per rischio salmonella.
Quando un prodotto viene ritirato dagli scaffali, molto spesso, ciò accade a causa di possibili rischi per i consumatori. I prodotti che troviamo in vendita, infatti, devono essere conformi ad alcune normative e rispettare limiti di legge. Quando un problema di qualsiasi tipo si presenta, i punti vendita, il Ministero della Salute o i produttori stessi ne sospendono la vendita.
Nella maggior parte dei casi si tratta di problematiche relative alla contaminazione dei prodotti: ne sono esempi i funghi trifolati a marchio YAR Specialità Russe tolti dagli scaffali per rischio botulino, oppure il tasso eccessivo di piombo presente nel brut a marchio Stocker, o ancora l’alto tasso di mercurio riscontrato nel pesce spada a marchio DIMAR.
Tartare di scottona ritirata dagli scaffali Lidl: potrebbe contenere batteri di salmonella
E non finisce qui: l’ultimo prodotto a finire nel mirino delle autorità è stato la tartare di scottona che troviamo in vendita da Lidl. Il motivo è molto semplice: la carne potrebbe contenere batteri di salmonella e dunque provocare intossicazioni alimentari di entità anche grave. La contaminazione da salmonella, infatti, solitamente non comporta l’ospedalizzazione.
Ma in caso di pazienti particolarmente vulnerabili può risultare molto pericolosa e dunque richiedere l’intervento delle autorità sanitarie. Ebbene, la tartare in questione è quella venduta da Lidl in confezioni da 200 grammi, con numero di lotto 26324TK e prodotta da Fiorani & C. Srl. La data di scadenza già trascorsa, fissata all’11 luglio, non fa che confermare la necessità di non consumare questo prodotto qualora lo avessimo in casa.
Come mai il richiamo è arrivato così in ritardo?
Ciò che stupisce rispetto alla vicenda della carne venduta da Lidl sta proprio nel ritardo del richiamo. Il Ministero della Salute lo ha segnalato solo nel tardo pomeriggio dell’11 luglio, mentre Lidl non ne ha neanche dato notizia sul proprio sito. I consumatori che avessero acquistato questo prodotto potranno ottenere un rimborso o una sostituzione della merce incriminata riportandola al proprio punto vendita di riferimento.