Esaltati quando il successo era limpido per tutti, mettendo il cappello su un risultato che certo non appariva scontato. Abbandonati ora che le circostanze non girano più a proprio favore, forse - chissà - per segreti patti, anche elettorali, viste le ormai imminenti Elezioni regionali.
Alla fine il Liceo di Cassano e il suo ormai ex Dirigente Claudio Crapis hanno dovuto soccombere alla sempiterna legge di certa politica: attribuire a se stessi i meriti, incolpare gli altri per gli insuccessi.
Succede così che appena un anno fa Amministrazione Comunale cassanese, il Partito Democratico, il movimento di Pisicchio "Iniziativa Democratica" e perfino l'immarcescibile on. Nunzio Angiola esultavano per la nomina del profl Crapis a "reggente" del Liceo cassanese, teso a conquistare l'ambita quota delle 600 iscrizioni per far sì che il "Leonardo da Vinci" non perdesse l'autonomia per essere magari accorpato a qualche Istituto di Acquaviva delle Fonti che da tempo gioca con Cassano come il gatto fa col topo.
Toni trionfalistici, esaltazioni, Crapis di qua, Crapis di là, il "nostro" Liceo è salvo e bla bla bla.
Dalla notizia data in anteprima ieri da questo giornale sulla mancata riconferma di Crapis alla "reggenza" dell'Istututo cassanese sono trascorse più di 24 ore: avete letto di qualche presa di posizione da parte di politici e pubblici amministratori? Avete letto qualche nota di protesta da parte di partiti politici?
Già perchè molti non lo sanno ma in quest'anno la scuola cassanese non è certo stata con le mani in mano: parliamo di 111 iscritti che con un lavoro costante e indefesso Crapis, gli insegnanti e tutto il personale del Liceo sono andati a conquistarsi sul territorio con incontri, contatti con le scuole, dialogo con le famiglie, interazione con altri Istituti, iniziative. Un lavoro certosiNo che l'emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha rallentato ma mai bloccato.
Il risultato?
Un I.I.S.S. "Leonardo da Vinci" che rialzava la testa, un corpo docente finalmente rimotivato, una guida sicura che indicava un obiettivo seguendo una strategia chiara.
Tutto questo da fastidio a chi da anni lavora per minare e distruggere l'autonomia del Liceo, uno degli ultimissimi avamposti del prestigio e della cultura del nostro territorio. E il bello è che ci sta riuscendo, chiunque esso sia. Con l'avvallo di una politica cieca e sorda dinanzi alle difficoltà e prodiga di complimenti quando si è sul carro del vincitore.
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RISPONDE G. BRUNELLI
I suo consigli li tenga per sè e per i suoi cari. Non ne ho bisogno. Se non le va, non legga. E magari provi a capire certe logiche (politiche).
Per salvare il salvabile occorreva muoversi per tempo, invece nel post-Gesmundo docenti e consiglio di istituto hanno dormito alla grande. Anzi direi peggio, gli studenti diplomatisi quest'anno stanno ancora aspettando le classi digitali che gli erano state promesse.
Il destino di scuola sottodimensionata è scritto nei numeri: 111 iscritti, cioè 5x111=555 iscritti totali, diciamo 560 per buon peso, ben al di sotto dei 600 necessari per mantenere l'autonomia, per giunta in presenza di un calo generalizzato della popolazione scolastica.
E qui ci sono le colpe dei docenti e del consiglio di istituto (dell'ultima dirigente è meglio non parlare): avrebbero dovuto muoversi per tempo al fine di cercare la migliore soluzione per l'inevitabile accorpamento, anche sollecitando la politica se necessario. Invece nulla, niet, nada, loro stavano tranquilli.
RISPONDE G. BRUNELLI
Lo sa come vengono fatte le nomine da parte dell'ex Provveditorato agli Studi?