Gli apparecchi da intrattenimento sono stati e sono ancora oggi al centro di un’ampia letteratura in Italia. Con questo termine ci si riferisce alle slot machine o le VLT. Ma non tutti sanno che dietro questi congegni esiste un mondo composto da migliaia e migliaia di imprese e lavoratori.
Il periodo della pandemia, come è noto, ha portato non pochi danni al settore. Ciò si è tradotto in un crollo della raccolta, un problema serio ancora oggi tanto per gli operatori quanto per l’Erario; ma non solo. Anche la spesa è ai minimi storici, interi settori rischiano di scomparire: si pensi a quello delle scommesse sportive, ben rimpiazzate, è vero, dagli eSports nel periodo di quarantena ma ora vittime del nuovo Fondo Salvacalcio, la misura che il Governo ha pensato per salvare il mondo di tutto lo sport. Le conseguenze saranno ancora peggiori, tra qualche tempo.
Ciononostante, anche gli apparecchi hanno corso un bel rischio durante la pandemia: la seria minaccia di subire danneggiamenti interni a causa dello stop lungo e forzato, che continua ancora oggi. E chissà ancora per quanto durerà. Difatti è noto che per un certo settore dell’azzardo, il lockdown finirà a ridosso della fase 3.
Le slot machine sono state classificate prima tra gli strumenti alienanti, poi come possibili poli di assembramento. Per questo motivo, per esempio, ad esse sono dedicate sale e locali specifici. Durante la pandemia, poi, sono stati spenti anche i famosi monitor presenti in tabaccherie e ricevitorie, quelli che cioè passano in rassegna i numeri dell’estrazione delle lotterie e scommesse: tutto pur di evitare, giustamente, assembramenti. Sulla fine di aprile ci si aspettava un cambiamento: l’incipiente fase 2 necessitava di risposte, come chiesto da più settori economici e industriali.
Non dando il via libera alla riapertura dei locali del gioco fisico, si è difatti deciso di bloccare slot machine e vlt in quanto potenziali mezzi di assembramento. L’assunto di fondo è, ovviamente, che i giocatori si recano in sale apposite per giocare in comitiva. Lo stato dell’arte, ad oggi, parla chiaro: le saracinesche del mondo del gioco sono chiuse da tre mesi. Piuttosto stupisce la logica alla base di questa decisione: cinema, teatri e, da oggi, anche terme e centri benessere restano aperti pur col potenziale rischio assembramenti. Possibili, ovviamente, ovunque. Ancora tempo di attesa per la filiera, che resta speranzosa di un intervento del governo, nonostante le ampie garanzie offerte: anzitutto quella di un monitoraggio della situazione completo e continuo, ma poi, e soprattutto, la sicurezza di garantire distanziamento e massime condizioni igieniche per preservare l’incolumità di tutti, giocatori e dipendenti.
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